Gli amministratori rassicurano: le soluzioni sono già state individuate
A seguito dell’inchiesta della magistratura sulle responsabilità dell’alluvione, sindaco, assessori e amministratori hanno tenuto a sottolineare che i problemi sono numerosi, complessi e non risolvibili con la bacchetta magica, che tutto quello che era possibile fare è stato fatto e che per i problemi rimasti le soluzioni sono già state ben individuate.
Saremmo dunque in ottime mani e dovremmo solo pazientare qualche anno: il tempo necessario al completamento della strada dei marmi e al finanziamento e attuazione del “Progetto di riassetto complessivo dei bacini marmiferi carraresi”.
Ci spiace disturbare questo clima rassicurante, ma non ci sentiremo in ottime mani finché non avremo chiari segnali che la volontà di risolvere i problemi dei cittadini è anteposta agli interessi di gruppi economici privati. Una diversa ispirazione di fondo, infatti, comporta anche soluzioni tecniche ben diverse. Ci limitiamo a qualche esempio concreto.
Alvei occupati dalle strade e costretti in spazi angusti
Gran parte delle strade (sia ordinarie che di cava) è stata costruita nel fondovalle, colmando gli alvei e riducendoli entro minuscole condotte in cemento, spesso addirittura tombate (Foto 1-4).
Nell’alluvione del 2003 le acque di piena si sono riprese l’alveo (cioè le strade) scorrendo con maggior velocità e, perciò, piombando su Carrara con devastante violenza.
Per evitare il ripetersi di simili disastri occorre restituire il fondovalle agli alvei, ricostruendo le strade a mezza costa. Nulla di ciò è stato fatto, né è minimamente previsto nel tanto sbandierato progetto di riassetto dei bacini marmiferi, a riprova che le sue priorità sono di ordine economico-produttivo, non certo di sicurezza idrogeologica.
Vietare lo scarico di detriti nei ravaneti: sono un pericolo incombente
Veniamo ai ravaneti che, franando e colmando gli alvei hanno aggravato l’alluvione (Foto 5). Bisogna vietare di alimentare i ravaneti scaricandovi i detriti, mentre quelli esistenti vanno rimossi dall’alto (anziché dal basso: Foto 6) per evitare di renderli instabili e proni a franare.
Nulla di ciò è stato fatto, neanche dopo l’alluvione: arrecare disturbo alle attuali modalità di gestione dei detriti sarebbe un sacrilegio; meglio lasciare la popolazione a rischio!
Vietare frantoi e vagli al monte
Per gli stessi motivi, gli impianti di frantumazione e vagliatura (Foto 7) dovrebbero essere vietati in tutto l’ambito montano e trasferiti al piano; il progetto di riassetto dei bacini marmiferi, naturalmente, non contiene la minima traccia di tale intento, mentre si propone esplicitamente di rimuovere i vincoli che impediscono l’apertura di nuove cave entro il Parco delle Apuane.
Delocalizzare le segherie? Sì, ma se si sostituiscono con edifici si aumenta il rischio
Veniamo infine al tratto di Carrione da Carrara al mare: il Piano strutturale prevede la delocalizzazione di laboratori e segherie, un’ottima occasione per ampliare l’alveo conseguendo più sicurezza e creando un parco urbano.
Se però l’interesse edificatorio prevale sulla sicurezza, allora è preferibile (come è stato fatto), non ampliare l’alveo, ma scavarne il letto.
Finché il Comune privilegia interessi privati il nostro futuro è a rischio
Insomma, il vero problema non è tanto il fatto che si è fatto poco e male, ma che si persevera nel non voler vedere i veri problemi da affrontare.
Se l’inerzia dell’Amministrazione anche dopo l’alluvione può apparire sorprendente e inspiegabile, diviene comprensibile e chiara alla luce della sua linea ispiratrice: va bene la sicurezza dei cittadini, ma solo se non disturba l’obiettivo prioritario di assicurare gli interessi privati di ogni genere, dall’escavazione all’edilizia.
Ci scuseranno dunque gli amministratori se tremiamo al pensiero che il nostro futuro è nelle loro mani.
Carrara, 26 marzo 2007
Legambiente Carrara
Per saperne di più:
Sulle problematiche tra cave, dissesto idrogeologico ed alluvione:
Terre nei ravaneti: rischio di frana e alluvione (VIDEO TG1 22/11/2011) durata: 1’ 23”
Fanghi di cava gratis su Miseglia (VIDEO 28/12/2010) durata: 10’ 26”
Miseglia invasa dai fanghi di cava: fino a quando? (28/12/2010)
In attesa della prossima alluvione: porre ordine alle cave (15/3/2007)
Cave, ravaneti, alluvione: che fare? (Conferenza su alluvione: Relazione Piero Sacchetti, 11/10/2003: PDF, 37 KB)
Fenomeni di instabilità sui ravaneti (Conferenza su alluvione: Relazione Giuseppe Bruschi, 11/10/2003: PDF, 1,1 MB)
Carrione, sicurezza e riqualificazione: un binomio inscindibile (Conferenza su alluvione: Relazione di Giuseppe Sansoni, 17/3/2006: PDF, 3,2 MB)
Come le cave inquinano le sorgenti. Ecco le prove. Come evitarlo (Conferenza, relazione di Giuseppe Sansoni, 17/3/2006: PDF, 3,2 MB)
Alluvione Carrara: analisi e proposte agli enti (11/10/2003)
Sullo smaltimento abusivo delle terre:
Smaltimento terre di cava: per smuovere il Comune ci vuole il TG (29/11/2011)
Le polveri evitabili – 3. (quelle del sindaco) (VIDEO, 16/9/2010) durata: 18’ 05”
I bisonti del marmo: polveri a volontà (VIDEO, 15/4/2010) durata: 7’ 13”
Nubifragio: sorgenti torbide per lo smaltimento abusivo delle terre (11/7/2009)
Via d’arroccamento Calacata: ancora uno smaltimento abusivo di terre (1/4/2009)
Cave, terre, detriti: ma è poi così difficile far rispettare le regole? (28/2/2009)
Via d’arroccamento Pulcinacchia: documentato lo smaltimento abusivo di terre (17/2/2009)
Sulla tolleranza del Comune verso lo smaltimento abusivo delle terre:
Il sindaco rassicura: lo smaltimento delle terre è monitorato. Infatti lo è, ma aumenta continuamente! (24/8/2009)
Pulcinacchia: smaltimento abusivo di terre. Il sindaco si precipita a scagionare i responsabili (20/2/2009)
Smaltimento abusivo di terre nelle cave. Il segretario generale Tonelli istiga al reato (16/2/2009)
Cave e terre: quando l’illegalità diventa diritto acquisito (col beneplacito del sindaco) (13/2/2009)
Su come il comune ha eluso la disposizione del giudice sulla sospensione dell’asportazione dei ravaneti:
Sulle cave che da anni producono quantità elevatissime di detriti e pochi o niente blocchi:
Cave, terre, detriti: ma è poi così difficile far rispettare le regole? (28/2/2009)
I dati 2006 sulle cave fuorilegge confermano quelli 2005: blocchi 17%, detriti 83% (27/2/2007)
Ecco i primi dati (2005) sulle cave fuorilegge: 17% blocchi, 83% detriti (3/1/2007)
Costi esterni della filiera marmo C.R.E.D. Versilia, 2006 (392 KB)