Analisi delle polveri fini di Carrara: i risultati
La soc. Ambiente, su incarico del Comune, ha effettuato campionamenti ed analisi delle polveri fini prelevate alla Lugnola (8 giorni, dal 27 febbraio al 6 marzo) per studiarne la composizione.
I risultati sono riassunti nella tabella 1.
Il periodo esaminato è stato particolarmente “nero”: su 8 giorni ben 7 superamenti del limite dei PM10, compreso il sabato che, pur essendo senza camion, evidentemente risente ancora dell’elevato livello raggiunto il venerdì. Vediamo quali considerazioni possono trarsi dall’esame dei dati.
1. Carbonato di calcio (CaCO3)
Le % di carbonato di calcio –indicatrici delle polveri fini di marmo– sono 11,8% sabato e 15,9% domenica, con una media (13,9%) molto più bassa dei giorni con camion (37,6%).
Poiché il carbonato di calcio è un indicatore delle polveri fini di marmo rilasciate dal transito dei camion, si può trarre una prima conclusione: almeno il 37,6% delle polveri fini è generato dai camion (a questa % andranno poi aggiunte quelle di silice, carbonato di magnesio, idrocarburi incombusti ed altri composti).
Anche le concentrazioni atmosferiche di carbonato di calcio (colonna 12) sono molto più basse sabato e domenica (media 6,6 µg/m3) rispetto agli altri giorni (29,3 µg/m3) confermando, com’era ovvio, la responsabilità dei camion. Si tenga presente che in realtà anche le concentrazioni di sabato e domenica sono attribuibili ai camion, essendo il residuo dei giorni precedenti che, restando sospeso nell’aria, non viene rimosso dalla pulizia delle strade.
2. Silice (SiO2)
Essendo i silicati componenti fondamentali della crosta terrestre, le % di silice possono essere considerate un indicatore delle polveri fini di terra, rilasciate anch’esse, in massima parte, dal transito dei camion.
Analogamente a quanto riscontrato per il carbonato di calcio, anche per la silice la media di sabato e domenica (2,7%) è ben più bassa di quella degli altri giorni (9,3%) (differenza 6,6). Esaminando le concentrazioni atmosferiche di silice (colonna 13) la responsabilità dei camion risulta ancora più chiara: una media di 1,7 µg/m3 tra sabato e domenica, contro una di 7,4 µg/m3 negli altri giorni.
3. Carbonio incombusto
Rappresenta la frazione particolata della benzina e del gasolio incombusti (in parole povere, il fumo dei gas di scarico, talora nero) e contribuisce in media per il 52,1% alle polveri sottili. In questo caso non è possibile distinguere quanto proviene dai camion e quanto dalle auto perché mancano i dati sul rispettivo traffico e sulle rispettive emissioni. Le % più elevate del sabato e della domenica (media 76,9%) rispetto agli altri giorni (media 43,9%) riflettono semplicemente la minor percentuale di carbonato di calcio nei giorni senza camion.
4. Altro
Anche per altri composti indeterminati (colonna 8) la media di sabato e domenica (1,4%) è inferiore a quella degli altri giorni (5,1%) (differenza 3,7).
5. Granulometria
Questa analisi ha lo scopo di valutare la pericolosità sulla salute umana dei PM10.
I PM10, infatti, detti anche polveri fini o inalabili, sono polveri che, avendo un diametro inferiore a 10 micron (10 millesimi di millimetro), vengono inalate dall’uomo. La frazione superiore a 2,5 micron raggiunge il naso, la gola, la trachea e i grossi bronchi ma è poi intrappolata nel muco e allontanata all’esterno, grazie al movimento delle ciglia vibratili, nel giro di poche ore.
La frazione inferiore a 2,5 micron (PM2,5), ancora più sottile e pericolosa, è detta polveri ultrafini o respirabili. Queste riescono a penetrare più profondamente raggiungendo i bronchioli e gli alveoli polmonari ove (mancando le ciglia) stazionano a lungo e possono essere assorbite nel sangue, raggiungendo così tutti gli organi.
L’analisi granulometrica rivela un dato tanto sorprendente quanto preoccupante: a Carrara il 93,4% dei PM10 è costituito da PM2,5 (mentre nelle altre città queste ultime sono circa il 50% dei PM10).
Il fatto che a Carrara la quasi totalità (93,4%) dei PM10 sia costituita da polveri ultrafini preoccupa grandemente poiché esse sono la frazione più dannosa, sia perché sono in grado di penetrare fino agli alveoli polmonari, sia perché sulla loro superficie adsorbono sostanze cancerogene, come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
6. Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)
Si tratta di una miscela di microinquinanti, cioè composti altamente tossici anche a concentrazioni bassissime (nanogrammi/m3, cioè miliardesimi di grammo/m3), quasi tutti mutageni o cancerogeni.
La concentrazione atmosferica degli IPA rilevati alla Lugnola supera sistematicamente il valore obiettivo del D.M. 25-11-1994 (1 ng/m3), con una media di 2,7 ng/m3 (superiori a quelli riscontrati in aree industriali: Portogruaro, Mirafiori, Piombino). Si tratta dunque di polveri particolarmente nocive.
CONCLUSIONI
Responsabilità dei camion
Se, in mancanza di dati, attribuiamo gli idrocarburi incombusti per metà alle auto (26%) e metà ai camion (26%), possiamo tentare una stima del contributo relativo dei camion ai PM10. Sommando le percentuali attribuibili ai camion (37,6 % carbonato di calcio, 6,6% silice, 26% carbonio incombusto, 4,5% carbonato di magnesio, 3,7% altro), otteniamo 68,4%.
Pur con le incertezze relative al carbonio incombusto, possiamo perciò dire che i camion contribuiscono per circa i due terzi alle polveri fini che respiriamo o, in altre parole, che il contributo dei camion ai PM10 è circa il doppio di quello delle auto o, ancora, che i camion aumentano i livelli di PM10 di circa il 200%.
L’11 gennaio Legambiente consegnò al comune la stima ottenuta elaborando separatamente –nei giorni con camion e in quelli senza camion– i PM10 riscontrati dall’ottobre 2005 al dicembre 2006. L’aumento dei PM10 causato dai camion risultava del 113% sull’intero periodo e saliva al 146% nel semestre più inquinato (ottobre 2005-marzo 2006). Si tratta di dati pienamente congruenti con quelli derivanti dall’analisi delle polveri (200%), se consideriamo che questi ultimi riguardano una settimana con valori di inquinamento particolarmente elevati.
Insomma, per scoprire la responsabilità dei camion i dati erano già più che sufficienti, non c’era certo bisogno dell’analisi delle polveri.
Pericolosità delle polveri di Carrara
Le analisi, tuttavia, hanno rivelato un dato di estrema importanza: a Carrara le polveri “fini” (PM10) sono in realtà costituite per la quasi totalità da polveri “ultrafini” (PM2,5), molto più nocive alla salute.
Proprio per la loro maggior rilevanza sanitaria, infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle sue linee guida 2006, raccomanda di sostituire la misura dei PM10 con quella dei PM2,5, per i quali stabilisce limiti più severi (25 µg/m3 come media giornaliera e 10 µg/m3 come media annua: Tab. 2).
Si noti che gli attuali limiti dei PM10 forniscono già una protezione insufficiente per la salute umana: lo stesso D.M. 60/2002, infatti, prevede dal 1° gennaio 2010 un dimezzamento della loro media annua (da 40 a 20 µg/m3) e una netta riduzione del numero annuo ammissibile di superamenti (da 35 a 7).
Se poi consideriamo che le polveri fini (PM10) di Carrara sono in realtà ultrafini (PM2,5), il limite della concentrazione media giornaliera non sarebbe più 50, bensì 25 µg/m3. Applicando questo criterio, nel 2006 alla Lugnola i giorni con superamento del limite di legge salirebbero da 102 a ben 240: altro che gli attuali 35 ammessi dalla legge (che peraltro dovranno scendere a 7 nel 2010)!
Insomma, la micidiale combinazione tra l’elevato numero di superamenti, la natura ultrafine delle nostre polveri (che consente loro di raggiungere gli alveoli polmonari) e le loro elevate concentrazioni di IPA (cancerogeni), fornisce un quadro molto fosco della situazione.
Insomma, se il Comune ha commissionato le analisi non per prendere tempo, ma per capire meglio la gravità della situazione, adesso ha la risposta: se prima la situazione appariva grave, adesso è chiaro che è gravissima. Ciò rende ancor più urgenti le misure drastiche di limitazione del transito dei camion che invochiamo da tempo, a partire dal blocco dei camion provenienti dalle cave che nel 2005 e 2006 hanno estratto oltre il 90% in detriti.
Di fronte alla gravità della situazione risulta evidente l’estrema pochezza dell’ordinanza che prevede un giorno di fermo dei camion dopo tre superamenti consecutivi. Risalta ancor più la responsabilità del sindaco e dell’amministrazione nel continuare a sostenere che non violano il regolamento degli agri marmiferi le cave che estraggono oltre il 90% di detriti (31 nel 2005, 28 nel 2006) e nemmeno quelle che ne estraggono il 100% (8 nel 2005, 5 nel 2006).
Ci chiediamo, infine: perché dobbiamo essere sempre noi a spiegare ai cittadini i dati che il comune ha certamente prima di noi e in quantità ben maggiore? Perché commissiona le analisi se poi non le utilizza? È solo colpevole negligenza?
Carrara, 20 marzo 2007
Legambiente Carrara
Per saperne di più:
Sulla responsabilità dei camion nella diffusione delle polveri sottili:
Legambiente risponde alla lettera del camionista (8/4/2011)
Lettera aperta di un camionista a Legambiente (6/4/2011)
I camionisti condotti in un vicolo cieco dalle loro associazioni di categoria (12/2/2011)
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