Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
On. Alfonso Pecoraro Scanio Via C.Colombo 44 ROMA
Oggetto: ampliamento Porto di Marina di Carrara
Il porto di Marina di Carrara: poche merci, poca occupazione, molte criticità
Signor Ministro, da anni si trascina, annosa, la vicenda dell’ampliamento del Porto di Marina di Carrara. <p >Situato su costa bassa e sabbiosa, tendente quindi a continui insabbiamenti, a ridosso delle vicine e rinomate spiagge di Marina di Massa e della Versilia, che da anni (soprattutto le prime) stanno subendo un gravissimo processo di erosione, inserito in un contesto urbano, quello di Massa e Carrara, caratterizzato da una cementificazione caotica, da una saturazione degli scarsi e pregiati spazi e da una perenne conflittualità tra le diverse destinazioni urbanistiche (residenziali, produttive, trasportistiche, turistiche) questo Porto, inserito, tra quelli di 1° Classe (dalla legge n. 84 del 28 gennaio 1994 “Riordino della legislazione in materia portuale”), non si discosta, ormai da più di 20 anni, come movimentazione, dalle 3 milioni di tonnellate annue di merce.
Tenga presente che circa i 3/4 di queste sono assicurati dagli imbarchi/sbarchi di prodotti lapidei, settore entrato ormai nell’area apuana in una crisi strutturale per l’ovvia competizione dei Paesi emergenti.
Nel frattempo l’occupazione in porto si è più che dimezzata contrariamente alle polveri, all’inquinamento atmosferico, ai rumori, alla sottrazione di preziosi spazi pubblici e all’insicurezza stradale. Non si dimentichi, tra l’altro, che esiste all’interno del Porto il Piazzale Città di Massa sotto sequestro da parte dell’Autorità Giudiziaria dal 4 dicembre 2003 per motivi ambientali, a seguito dei controlli del NOE, secondo cui alcuni dei campioni di terreno prelevati, sarebbero stati interessati dalla presenza di idrocarburi, piombo, zinco e nichel.
L’espansione del porto compromette altre attività
L’espansionismo del Porto commerciale, che monopolizza interamente l’infrastruttura portuale ed ha pesanti ricadute ambientali e sanitarie sul retroterra peraltro non ha comportato alcun beneficio occupazionale ma anzi sta negando spazi e compromettendo lo sviluppo di altre promettenti attività economiche quali:
- una crescente e dinamica industria nautica che, nell’arco di 10 anni, ha totalizzato più di nuovi 1.000 occupati nella sola area di Massa e Carrara;
- il turismo balneare e congressuale (non si dimentichi che Carrara dispone del secondo polo fieristico della Toscana);
- il turismo nautico con l’annosa vicenda mai risolta della costruzione del Porto Turistico.
Si insiste sul progetto d’espansione, già bocciato dal Ministero
Da anni, l’Autorità Portuale di Marina di Carrara, la Carrara Porto Spa, società monopolista del Porto ed anche una parte di classe politica insistono nel promuovere un dannoso progetto di ampliamento del Porto che, tra le sue criticità, presenta anche l’intubamento della foce del torrente Carrione, il corso d’acqua che attraversa Carrara e già tristemente noto alle cronache nazionali per una esondazione, con vittime e oltre 100 milioni di € di danni, poco più di tre anni fa.
Nonostante il Nuovo Piano Regolatore del Porto sia stato bocciato con decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio di concerto con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali del 20.12.2002 n°8065 l’Autorità Portuale di Marina di Carrara e gli enti locali insistono pervicacemente per la sua approvazione e attuazione.
Il porto cerca di annettersi l’area, destinata ad attività ricreative, separandola dalla città
Ultima vicenda che ha dato origine ad una grande mobilitazione popolare è stata l’intenzione da parte dell’Autorità Portuale di realizzare un muro con recinzione, alto 3 metri e lungo 600 (?!), nell’unica zona di Marina di Carrara in cui si può vedere e toccare il mare liberamente: viale da Verrazzano.
Una zona che il Piano Strutturale Comunale non destina al Porto commerciale bensì ad attività ricreative ma che l’Autorità Portuale, con una arroganza che sfocia nella farsa (adducendo inizialmente motivi di antiterrorismo e ultimamente la sicurezza dei lavoratori) vorrebbe annettersi per utilizzarla quale luogo di stoccaggio e, quindi, iniziare un ampliamento che la legge finora gli ha negato.
La mobilitazione della popolazione
Numerose sono state le proteste della popolazione, dell’associazionismo e di una buona parte dei partiti politici di tutti gli schieramenti. La lotta dei due Comitati appositamente costituitisi (“Marina si ribella” e il “Comitato per la Salvaguardia del Litorale Apuano”) ha portato il Consiglio Comunale e quello Provinciale a votare due odg contro la costruzione del muro.
Il Sindaco di Carrara e il Presidente della Provincia di Massa-Carrara sono stati costretti a fare marcia indietro. Si sono svolte tre manifestazioni: la prima il 25 marzo ha visto oltre 600 persone scendere in piazza per reclamare il legittimo “diritto al mare”.
È stata promossa una petizione che ha raccolto più di 7.000 firme e le Associazioni ambientaliste riconosciute Endas e Italia Nostra hanno indirizzato nel giugno scorso un ricorso straordinario contro la realizzazione del muro al Capo dello Stato (vedi sintesi allegata).
Sono state presentate diverse interrogazioni parlamentari sia sul suddetto tema che sull’ampliamento del Piazzale Città di Massa che si trova immediatamente alla foce del Torrente Carrione.
Le nostre Associazioni insieme al Comitato per la Salvaguardia del Litorale Apuano hanno organizzato, tra l’altro, su questi temi una conferenza-dibattito il 16 dicembre scorso (“Porto al servizio della città o città al servizio del Porto?”) alla quale, oltre a numerosi cittadini, hanno preso parte in forma organizzata ed eterodiretta numerosi lavoratori portuali e dipendenti della Port Authority che sistematicamente hanno disturbato i lavori.
Tali episodi purtroppo confermano il clima di intimidazione che si respira da tempo a Marina di Carrara.
L’insistenza dell’Autorità Portuale
Ciò nonostante, il Presidente dell’Autorità Portuale, supportato da un Comitato Portuale per la maggior parte costituito da stipendiati o, comunque, collegati a Carrara Porto Spa, società monopolista nel Porto, insiste per andare avanti.
Anzi, confida, che con il nuovo Governo e, quindi soprattutto con Lei, l’atteggiamento del Ministero nei confronti dell’ampliamento del Porto cambierà, ovviamente in senso favorevole.
Ci risulta altresì che nel dicembre scorso si è svolto al Dipartimento per lo Sviluppo delle Economie Territoriali della Presidenza del Consiglio al quale hanno partecipato rappresentanti del Governo e degli enti locali della Provincia di Massa e Carrara con tema il Nuovo Piano Regolatore del Porto.
Chiediamo attenzione e ascolto
Tutto ciò premesso per rappresentarLe le nostre preoccupazioni, di carattere ambientale, sociale ed economico, se il Porto di Carrara fosse ampliato e per chiederLe che,
- le nostre associazioni siano edotte sui contenuti delle riunioni alla Presidenza del Consiglio;
- alle prossime riunioni alla Presidenza del Consiglio, sia presente anche un rappresentante del Suo Ministero;
- ci conceda al più presto un incontro.
RingraziandoLa dell’attenzione, porgiamo cordiali saluti.
Roma, 13 gennaio 2007
Italia Nostra – Legambiente – WWF
Per saperne di più:
Sul porto commerciale e turistico e sul water front:
Basta al consumo del litorale: ospitare il porto turistico all’interno di quello commerciale (13/12/2010)
Porto turistico: le osservazioni al progetto Caltagirone (19/9/2010)
Dal processo partecipativo sul water front: una lezione di democrazia (19/7/2010)
Il percorso partecipativo sul water front promosso da AmareMarina: quale futuro per il fronte mare? (30/6/2010)
Porto turistico: un protocollo d’intesa nell’interesse di chi o a favore di che cosa? (3/1/2010)
Legambiente nazionale chiede al Ministero dell’Ambiente di partecipare al tavolo tecnico sul porto (4/8/2006)