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Salita S. Ceccardo: come sostituire i pini tagliati?

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Nell’audizione di Legambiente alle commissioni congiunte Ambiente e LL.PP., tenutasi martedì 11 giugno, l’agronomo Guido Iacono ha esposto diverse ipotesi per la sostituzione dei pini tagliati nella salita di S. Ceccardo, argomentandone i rispettivi vantaggi e svantaggi. Trattandosi del viale d’ingresso alla città, che richiede pertanto un’alberatura importante, sono state considerate la rovere, il tiglio, il siliquastro e il platano: tutte specie latifoglie e caducifoglie che, pertanto, d’estate forniscono ombreggiamento mentre d’inverno, essendo spoglie, garantiscono il tepore dei raggi solari.

Per l’aspetto maestoso conferitole dal tronco e dalla bella chioma, folta ed espansa, la rovere potrebbe essere la specie più indicata; il limite è rappresentato dalle dimensioni del tronco (che arriva a superare il metro di diametro) e dalla chioma espansa, poco compatibile con la vicinanza dei palazzi. Questa scelta richiederebbe pertanto un sostanziale allargamento dei marciapiedi (soprattutto dal lato Massa), con un corrispondente restringimento della carreggiata e il conseguente divieto di sosta.

I vantaggi del tiglio sono la rapida crescita, la tolleranza alle potature, il fogliame rigoglioso e il profumo emanato in primavera (che, però, non tutti gradiscono). Un altro inconveniente è la pioggerellina di minutissime gocce di melata (prodotte dagli afidi) che, essendo appiccicosa e favorendo lo sviluppo di funghi microscopici, induce lo sviluppo di fumaggine che imbratta le auto.

Una specie particolarmente vocata è il platano: maestoso, di rapida crescita e tollerante alle potature, dalle grandi foglie e dalla caratteristica corteccia che si desquama lasciando placche biancastre dal bordo sinuoso. Ben presente fino a qualche decennio fa anche sul viale XX Settembre, è stato poi eliminato perché colpito dal cancro colorato (Ceratocistis fimbriata). Oggi, però, è stato selezionato il clone Vallis Clausa resistente alla malattia (ed altri sono in fase di sviluppo partendo dal Platanus orientalis) e quindi, finalmente, il platano essere nuovamente impiegato (come già lo è stato sulle mura di cinta di Lucca e, a Roma, a Villa Borghese).

Una scelta diversa può essere il siliquastro che, a differenza dei precedenti, è di dimensioni contenute (raggiunge i 5 m circa di altezza): si rinuncerebbe all’aspetto maestoso compensandolo con la prorompente fioritura –particolarmente vistosa perché non mascherata dalle foglie (che compaiono in seguito)– e, poi, per il fogliame dal lembo rotondeggiante di un bel verde vivace. Per le minori dimensioni richiederebbe un restringimento della carreggiata più contenuto.

In tutti i casi, comunque, Legambiente ha raccomandato l’ampliamento dei marciapiedi (soprattutto dal lato Massa), il restringimento della carreggiata e la messa a dimora in un’aiuola continua longitudinale dotata di impianto di irrigazione a goccia, telecomandabile.

Con l’occasione, Legambiente ha ribadito le sue critiche alla scelta, compiuta alcuni anni fa, di piantare le palme (Washingtonia) sul viale Colombo e ha raccomandato il reimpianto dei pini domestici sul viale stesso e lungo la via Aurelia per richiamarne il valore identitario e storico di cui, nel panorama europeo, possono vantarsi solo la Spagna e l’Italia (principalmente la Toscana, che ospita i due terzi delle pinete italiane).

Carrara, 13 giugno 2024
Legambiente Carrara
 



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