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Alpi Apuane, il congresso nazionale di Legambiente delibera contro l’apertura delle nuove cave 

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La denuncia dell’associazione ambientalista: “sulle Apuane stiamo assistendo ad una peculiare declinazione dell’estrattivismo”

Firenze, 5 Dicembre- La tutela delle Alpi Apuane come patrimonio ambientale, storico e culturale minacciato dalla pressione antropica, in particolare dalle attività estrattive, è stata al centro anche del XII Congresso Nazionale di Legambiente, tenutosi a Roma dall’1 al 3 dicembre scorsi. L’associazione ambientalista ha accolto questa questione come propria vertenza nazionale, attivando tutti i propri livelli associativi perché vengano assunte iniziative di natura istituzionale e di mobilitazione che mettano fine alla devastazione di questo ecosistema unico e ricco di biodiversità.

Si denuncia lo sfruttamento predatorio della montagna portato avanti dalle imprese. Infatti, delle oltre 5 milioni di tonnellate estratte ogni anno solo il 20 per cento è utilizzato come pietra ornamentale mentre il restante viene destinato ad usi industriali, la maggior parte ridotto a polvere di carbonato di calcio, destinata ad esempio alla produzione di vernici, di carte patinate, di dentifrici ecc. 

A nulla sembrano valere le nuove formulazioni dell’art 9 e dell’art 41 della Costituzione, visto che oggi gli imprenditori, purtroppo per voce di alcuni amministratori pubblici, stanno chiedendo l’apertura di nuove cave persino all’interno del Parco Regionale delle Alpi Apuane.

Nelle aree più prossime alle zone urbanizzate, questa particolare forma di consumo del territorio genera poi un concreto e rilevante rischio idrogeologico e di inquinamento dell’acquifero. E mentre dei profitti beneficiano pochissimi e ristretti gruppi imprenditoriali, i costi vengono fatti ricadere interamente sulla collettività che già subisce un depauperamento del proprio patrimonio. 

“Per noi, in Toscana, la questione apuana è da sempre una delle vertenze prioritarie dell’associazione; – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana e responsabile nazionale paesaggio del cigno verde – per questo, prendiamo atto con soddisfazione dell’impegno che ha preso l’associazione tutta nel momento più alto della sua discussione politica. Tanto più rilevante e significativo come impegno, in una fase in cui la comunità del Parco Regionale paventa invece la modifica del Piano Integrato per permettere l’apertura di nuove cave all’interno del perimetro dell’area protetta. Una prospettiva sciagurata e deludente, che avverseremo con forza da subito”

La mozione Apuane, presentata dai circoli apuani e versiliesi e sottoscritta da due componenti della Segreteria Nazionale uscente (Antonio Nicoletti, responsabile parchi e biodiversità e Fausto Ferruzza, responsabile paesaggio), è stata integralmente assunta nella Mozione Politica conclusiva del XII Congresso Nazionale di Legambiente.

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Ufficio Stampa di Legambiente Toscana | Monica Pelliccia

Via Giampaolo Orsini 44 – 50126 Firenze

 

Testo della mozione su Alpi Apuane come “vertenza nazionale” di Legambiente

“Le Alpi Apuane, un patrimonio ambientale, storico e culturale, sono oggi fortemente minacciate dalla pressione antropica, in particolare dalle attività estrattive.

Nonostante siano state riconosciute come tali sia a livello europeo sia a livello globale e benché costruiscano un ecosistema unico, ricco di biodiversità, oggi le Apuane continuano a subire la devastazione di uno sfruttamento predatorio da parte delle imprese: delle oltre 5 milioni di tonnellate estratte ogni anno solo il 20 per cento è utilizzato come pietra ornamentale mentre il restante viene destinato ad usi industriali, la maggior parte ridotto a polvere di carbonato di calcio.

A nulla sembrano valere le nuove formulazioni dell’art 9 e dell’art 41 della Costituzione. Al contrario: oggi gli imprenditori, purtroppo per voce di alcuni amministratori pubblici, stanno chiedendo l’apertura di nuove cave persino all’interno del Parco Regionale delle Alpi Apuane.

Nelle aree più prossime alle zone urbanizzate, questa particolare forma di consumo del territorio genera poi un concreto e rilevante rischio idrogeologico e di inquinamento dell’acquifero. E mentre dei profitti beneficiano pochissimi e ristretti gruppi imprenditoriali, i costi vengono fatti ricadere interamente sulla collettività che già subisce un depauperamento del proprio patrimonio. In questo senso sulle Apuane stiamo assistendo ad una peculiare declinazione dell’estrattivismo.

Per questo motivo il XII Congresso Nazionale di Legambiente impegna l’associazione ad assumere la questione Apuane quale propria vertenza nazionale, attivando tutti i propri livelli associativi perché vengano assunte tutte le iniziative di natura istituzionale e di mobilitazione che mettano fine a tale devastazione”.

 



Per saperne di più:

Un manifesto per le Alpi Apuane (Fausto Ferruzza)  (14/5/2016)

 

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