Agli imprenditori non piace la decisione della sindaca Serena Arrighi di ricorrere per Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Genova sui beni estimati. A noi, e crediamo di parlare anche a nome di moltissimi carrarini, invece piace proprio perché, anche in una situazione di incertezza, riporta la questione della proprietà delle cave sul piano sacrosanto della politica. E per questo ci sentiamo di dovere all’amministrazione un pubblico ringraziamento.
Del resto era questo che avevamo chiesto fin dal luglio scorso, subito dopo la decisione dei giudici genovesi: che quella sentenza non diventasse un “tana, liberi tutti” a favore delle imprese lapidee. Imprese che, evidentemente, scoprono il tema della “legittimità” a giorni alterni e dimenticano che i giudici amministrativi, TAR Toscana e Consiglio di Stato, con più di una sentenza, anche alla luce delle modifiche degli art. 9 e 41 della Costituzione, hanno ricordato che l’ambiente e il paesaggio sono beni costituzionalmente tutelati. Beni che, nell’art. 9, vedono ribadito l’impegno dello Stato a proteggerli e promuoverli e, nell’art. 41, sono riconosciuti come un legittimo limite all’esercizio della libertà di impresa.
Assindustria vuole porre fine alla stagione dei “contenziosi”? Bene, apra allora alla stagione di una grande vertenza territoriale che parta dal pieno riconoscimento di quanto i giudici (non gli ambientalisti) affermano. E cioè che l’escavazione a Carrara e nel comprensorio apuoversiliese rappresenta un unicum, sia in considerazione dell’intensità delle cave in questa terra sia per la loro collocazione in un contesto naturalistico peculiare (le Alpi Apuane) sia per l’oggettivo maggior pregio della pietra escavata rispetto ad altri distretti estrattivi. E che l’attività estrattiva costituisce un depauperamento del bene ambientale e paesaggistico e arrecano ad esso (e quindi alla collettività) danni e disagi.
Sono disposti gli imprenditori a sedersi attorno a un tavolo con tutti i portatori di interesse (perché è questo che, fra l’altro, chiedono le norme 14001 e EMAS con cui spesso gli industriali giocano la carta del greenwashing) e, ricordando come il marmo sia una risorsa naturale esauribile e non rinnovabile, riconoscano pienamente che l’esercizio dell’impresa deve incontrare limiti necessari a contemperare i diversi interessi in gioco? Sono pronti ad accettare che non è illegittimo (anzi, è doveroso) che la pubblica amministrazione ponga tali limiti, coerenti sia con la più volte ribadita tutela costituzionale di ambiente e paesaggio sia con la pianificazione territoriale?
Sulla questione “privatistica” dei beni estimati parlerà la Cassazione e magari, nuovamente, altre alte magistrature e, forse, anche il giudice costituzionale. Ma qui e ora l’impresa lapidea la smetta di vedere chiunque afferma diversi principi (siano amministratori o ambientalisti o altre parti sociali) come un fastidioso disturbatore del manovratore.
Carrara, 28 novembre 2022
Legambiente Carrara
Per saperne di più:
Su cave e beni estimati:
Lettera aperta alla sindaca sui Beni estimati (7/10/2022)
Beni estimati: critiche pretestuose (14/3/2020)
Sentenza: i beni estimati sono privati. Occorre riconoscerne la natura pubblica (7/2/2018)
Assicurare i beni estimati al patrimonio pubblico: lettera ai parlamentari locali (1/3/2017)
Legambiente nazionale chiede una legge che stabilisca la proprietà pubblica dei beni estimati (24/2/2017)
L’Antitrust sui beni estimati: il re è nudo! (4/2/2017)
Pronunciamento dell’Antitrust sui beni estimati (24/11/2016: 112 KB)
Beni estimati: esposto all’Antitrust di Claudia Bienaimè (12/2/2016: 1,2 MB)
Scippo dei beni estimati: la Regione inserisca subito le cave nella categoria delle miniere (25/10/2016)
La sentenza della Corte Costituzionale sul ricorso del governo contro la L.R. n. 35/2015 sulle cave (80 KB)
Beni estimati: l’udienza alla Corte Costituzionale (VIDEO 20/9/2016)
Corte Costituzionale, ricorso Stato contro Legge regionale 35/2015 sulle cave (beni estimati): la difesa della Regione (20/9/2016, 21 MB)
Videointervista al prof. Paolo Maddalena: i beni estimati e le cave apuane sono proprietà collettiva (15/9/2016)
Respingere l’usurpazione dei beni estimati: lettera aperta al giudice (22/6/2016)