Nella quarta pagella di Legambiente alle candidate e ai candidati sindaco, quella sull’energia e lo sviluppo delle fonti rinnovabili, sufficienza piena per Serena Arrighi e più risicata per Andrea Vannucci; solo sfiorata da Rigoletta Vincenti. Insufficienti ex aequo Simone Caffaz e Cosimo Ferri; scadente la prova di Ferdinando Locani.
Le domande sulle energie rinnovabili
La crisi climatica sembra ormai inarrestabile e l’obiettivo della decarbonizzazione è quindi irrinunciabile ed indilazionabile. D’altro canto l’esplosione del conflitto in Ucraina, aggiungendosi ai numerosi altri (attuali o latenti) nei Paesi che detengono la maggior parte delle risorse energetiche fossili, conferma la necessità di ridurre la dipendenza energetica dell’Italia. È quindi necessario che a tutti i livelli, non solo nazionali ma anche locali, siano sviluppate tutte le iniziative in grado di incentivare la produzione da fonti rinnovabili, come del resto richiesto anche dagli obiettivi di Next Generation EU e PNRR.
- Quali impegni intendete assumervi (e per quali misure concrete) perché anche la comunità carrarese concorra a questo obiettivo?
- In particolare: sui giornali è stata data notizia dell’iniziativa di un gruppo imprenditoriale volta a installare un impianto eolico offshore al largo del litorale apuano. Qual è la posizione della vostra coalizione?
La pagella
Nella domanda di carattere generale (impegni e proposte concrete per incentivare la produzione da fonti rinnovabili solo Arrighi supera, con un 7, la sufficienza raggiunta invece pienamente da Rigoletta Vincenti e di un soffio da Andrea Vannucci. Solo sfiorata, la sufficienza, da Ferri mentre Briganti, Caffaz e Locani rimangono nella fascia del giudizio “scadente”. Arrighi e Vincenti annunciano azioni di efficientamento energetico e di utilizzo degli edifici pubblici per incrementare gli impianti fotovoltaici e solari, dichiarano l’impegno per dare vita a comunità energetiche. Arrighi “aggiunge” una considerazione sulla necessità di un “cambio di paradigma” e di una valutazione energetica dei progetti. Vannucci punta tutto sulla migliore gestione dell’energia negli edifici, cominciando da quelli pubblici, e l’introduzione della figura dell’energy manager. Anche Ferri “promuove” le comunità energetiche e l’incentivazione dei pannelli fotovoltaici sugli edifici pubblici ma non offre altri spunti. Del tutto evasive le risposte di Caffaz, che si concentra sul riscaldamento globale senza offrire particolare soluzioni locali, e di Briganti, che sorvola sulle misure e passa rapidamente alla domanda particolare. Del tutto generica la risposta di Ferdinando Locani che non va oltre la mera affermazione di principio.
Sulla domanda specifica (ipotesi di un parco eolico offshore), Arrighi dimostra buona conoscenza del problema e piena condivisione dell’approccio con il quale Legambiente a livello nazionale e locale valuta il tema dell’eolico offshore. Voti positivi anche per le risposte di Vannucci (che però insiste molto di più sui risvolti economici ed occupazionali che non sugli aspetti ambientali del parco offshore) e di Caffaz che parla però di “inquinamento visivo” a giudizio di Legambiente poco pertinente per un impianto collocato a 15 miglia (circa 28 km) dalle coste. Vincenti non esprime una posizione, parla del “Santuario dei cetacei” (che però è un area di 87.500 km2, con 2.022 km di litorale, NdR) dicendo che non conosce il progetto e che prima di autorizzarlo (ma il Comune non ha alcuna potestà autorizzativa per questi impianti, NdR) deve vederlo. Ferri non si esprime sul progetto (lo farà a margine della domanda successiva, ma in maniera totalmente generica). Locani, infine, non esprime una posizione, dicendo che ci sono anche altre fonti rinnovabili e che bisogna valutarne i costi.
I criteri di valutazione utilizzati da Legambiente
Lo sviluppo delle rinnovabili e la mitigazione degli impatti climatici è fra le priorità indicate dall’associazione in riferimento alla transizione ecologica e all’attuazione del PNRR.
Fra le realizzazioni sollecitate nel documento “PER UN’ITALIA PIÙ VERDE, INNOVATIVA E INCLUSIVA” (febbraio 2021) che contiene le proposte dell’associazione per l’applicazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, indicate come “progetti da realizzare” vi sono:
- Impianti eolici offshore e solari a terra in aree dismesse o da bonificare. In questi due ambiti si possono realizzare migliaia di MW di nuovi impianti, attraverso consorzi di imprese da selezionare tramite gare e il rafforzamento delle filiere territoriali, da integrare con sistemi di accumulo e impianti per la produzione di idrogeno rinnovabile.
- Comunità energetiche e autoproduzione da fonti rinnovabili. Vanno diffuse in tutta Italia attraverso procedure semplificate e la creazione di un fondo di garanzia per l’accesso al credito da parte di famiglie, imprese, associazioni, favorendo l’integrazione con i sistemi di accumulo e la mobilità elettrica, gli interventi di efficienza energetica per creare configurazioni a emissioni zero.
Lo stesso documento, inoltre, fra le “riforme necessarie”, elenca:
- Semplificare le procedure. Revisione delle linee guida per l’approvazione dei progetti da fonti rinnovabili con la semplificazione del revamping degli impianti, la spinta agli impianti solari agrivoltaici, fotovoltaici a terra, sui tetti e in aree dismesse, eolici offshore con l’introduzione del dibattito pubblico per i progetti di grandi dimensioni per rafforzare la partecipazione dei cittadini e il consenso nei confronti dei progetti.
Ovviamente, soprattutto a livello locale e amministrativo, devono essere valutate anche tutte quelle sensibilità e iniziative volte alla riduzione dei consumi energetici negli edifici pubblici e alla loro razionalizzazione (energy management) anche con l’efficientamento energetico degli stessi edifici o con soluzioni alternative di mobilità.
Nota sulla domanda specifica
Coerentemente con la nostra impostazione di ambientalismo scientifico e con le elaborazioni sintetizzate anche da Legambiente Nazionale e Regionale, in riferimento al progetto del parco eolico offshore su isole flottanti, il circolo di Carrara ha già espresso pubblicamente la propria posizione – per quanto ad oggi si conosce del progetto.
Riteniamo infatti che l’energia eolica presente nei mari italiani debba essere valorizzata al meglio per contribuire alla decarbonizzazione del nostro Paese ed alla sua autosufficienza energetica, salvaguardando le attività economiche e gli ecosistemi marini. Per questo i piani di sviluppo dell’eolico offshore devono essere gestiti in modo da ridurre al minimo gli impatti sull’ambiente e garantire al contempo la massima trasparenza e informazione intorno ai progetti, per mitigare gli impatti ambientali e paesaggistici più importanti negli specifici siti.
Siamo infatti convinti che questi progetti favoriscono, se correttamente gestiti, l’occupazione e il coinvolgimento delle realtà locali e consentono di ridurre l’impatto ambientale associato al ciclo energetico.
D’altro canto l’installazione di impianti offshore, in siti idonei, può contribuire ad impedire attività a maggiore impatto ambientale e creare le condizioni per una gestione sostenibile delle risorse del mare a patto che quei processi partecipativi siano al più presto attivati e che includano i settori economici interessati, come quello della pesca artigianale o del turismo balneare.
Così come è indispensabile che le attenzioni progettuali includano la minimizzazione delle modifiche dell’habitat del fondo marino in fase di cantiere e di esercizio, il ripristino degli ambienti alterati nel corso dei lavori di costruzione e la restituzione alla destinazione originaria delle aree di cantiere, nonché la possibilità di individuare all’interno dei parchi eolici aree di ripopolamento di flora e fauna.
Abbiamo per questo manifestato preoccupazione per il fatto che, ad oggi, rispetto a questo progetto non sia stato garantito un percorso chiaro e trasparente di informazione e confronto chiedendo agli enti locali (benché, se il parco sorgerà fuori dal limite delle acque territoriali, privi di diretti poteri amministrativi) di farsene garanti con le istituzioni nazionali, regionali e locali, con gli stakeholder territoriali, in modo da approfondire e affrontare criticità e potenzialità di questi impianti per il nostro territorio e valorizzare il loro contributo come previsto dal PNIEC.
Se è dunque vero che al momento le informazioni sull’eventuale parco eolico offshore sono poche (ad esempio sull’esatta localizzazione ed estensione, ma anche sui soggetti promotori ed attuatori) è anche vero che la notizia è stata più volte data sui giornali e un candidato a sindaco e una coalizione avrebbero dovuto quanto meno approfondire il tema in sé e indicare nel dibattito quali ritiene che siano i criteri di massima di accettabilità (o dichiarare alternativamente appoggio o avversione all’ipotesi in sé). E in ogni caso chiedere trasparenza e adeguata informazione e partecipazione dei cittadini ai processi decisionali.
Nella pagella sull’energia si registra un lieve miglioramento complessivo della sensibilità al tema rispetto alle domande precedenti, con una maggior consapevolezza in ordine alla sostenibilità ambientale e alla transizione energetica. Arriva – finalmente – un voto nel range dell’ottimo e cresce il numero di sufficienze, anche se nel voto medio finale sono solo due (Arrighi e Vannucci) le sufficienze piene.
Carrara, 4 giugno 2022
Legambiente Carrara
Per saperne di più:
Eolico offshore: attivare la massima trasparenza e partecipazione (4/4/2022)
Eolico a Campocecina: idea bislacca, contro leggi e buonsenso (25/5/2013)