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Il traforo della Foce (a ciascuno il suo “Ponte sullo Stretto”)

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Siamo il Paese delle grandi opere inutili e incompiute e ora anche la nostra Provincia vuole il suo “Ponte sullo Stretto”.

Ciclicamente, si sente sragionare su trafori della Foce e sulla mitica “Fivizzano-mare”, opere inutili e dannose per l’ambiente quanto, per l’appunto, il futuribile Ponte sullo Stretto. Ci eravamo vanamente illusi di non dover più sprecare parole per contrastare queste idee balzane, ma tant’è: non c’è limite al peggio!

Alcuni solerti politici, infatti, rispolverano la proposta, qualche affarista drizza le orecchie e qualcuno … casca nella rete. Ci sono i soldi del PNRR da sprecare! Che poi questi soldi non arriverebbero mica mai, perché il PNRR non finanzia “idee”, per quanto fantasiose, ma progetti immediatamente cantierabili e del famoso traforo, non c’è traccia di un progetto vero e proprio, con tutti gli studi necessari.

Esprimiamo comunque, sperando di non doverci più ritornare, la nostra ferma contrarietà al traforo della Foce.

Così come abbiamo fatto a livello nazionale, cercando di contrastare la logica aberrante delle grandi opere inutili, ribadiamo pertanto, anche a livello locale, che l’unica grande opera di cui ha realmente bisogno il Paese è la manutenzione e il ripristino di quello che già c’è.

Le nostre strade sono spesso pericolose e dissestate, i viadotti non sono manutenuti seriamente da decenni, la rete acquedottistica è un colabrodo che disperde una grande quantità di prezioso oro blu, i treni e gli altri mezzi pubblici sono spesso malconci, senza contare il dissesto del territorio con i suoi fossi tombati, i versanti esposti alle frane, i boschi non gestiti e, più localmente, la pessima gestione del bacino montano con il rischio alluvionale da essa generato. Bisogna dunque concentrare le risorse su interventi mirati, volti a risolvere queste situazioni e a mettere in sicurezza il territorio.

La gestione e il ripristino delle infrastrutture esistenti e di tutto il territorio darebbero inoltre lavoro, per anni, a manodopera locale, generando grandi benefici per la vivibilità e la sicurezza dei cittadini.

Invitiamo quindi tutti, compresi gli entusiasti promotori del traforo, politici e non, a riflettere seriamente sull’insipienza di sprecare per un’opera inutile (5 minuti in meno tra Massa e Carrara) soldi pubblici che potrebbero essere invece destinati a una miriade di interventi di manutenzione e ripristino del territorio, questi sì veramente necessari e improcrastinabili, anche se certamente meno mirabolanti!

Carrara, 8 febbraio 2022
Legambiente Carrara

 

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