Gentile dottor Sommariva,
prendendo spunto dalla sua recente intervista a un quotidiano locale in cui ha proposto la creazione di un ”tavolo di studio istituzionale sull’erosione” e ha ribadito che il Piano regolatore del porto non prevede alcun intervento al di fuori del perimetro attuale, ma solo l’allargamento del piazzale Città di Massa, vorremmo sottoporre alla sua attenzione alcuni elementi di riflessione.
Premessa
Già molti anni fa Legambiente, dopo aver contribuito con le proprie osservazioni a bloccare lo sciagurato progetto di ampliamento dello scalo marittimo carrarese (bocciato dalla procedura di VIA del Ministero Ambiente), presentò un’idea di riorganizzazione del porto che prevedeva la “multifunzionalità” degli attuali spazi con in sintesi un’area turistica a ponente (strettamente connessa con la città) e l’infrastruttura commerciale a levante (priva di interferenze con la città), senza alcun ampliamento degli attuali confini e senza oltrepassare o interessare l’allineamento idrografico del torrente Carrione.
L’opposizione ai progetti di ampliamento, oltre alle motivazioni legate all’aumento del traffico, all’inquinamento ed alla pervasiva cementificazione della costa, deriva dalla consapevolezza che ogni intervento di ampliamento di questo porto incide sulle dinamiche costiere e amplifica il rischio di erosione delle spiagge, mentre l’intubamento o la canalizzazione della foce del Carrione accrescono il rischio idraulico.
Oggi le preoccupazioni sono pressoché identiche, anche se l’Amministrazione di Carrara e la stessa Autorità portuale dichiarano di aver abbandonato l’idea di ampliare il porto al di là della foce del Carrione.
Tavolo di studio istituzionale sull’erosione
L’idea proposta di istituire un tavolo di studio è certamente interessante, ma, per essere effettivamente dirimente, dovrebbe coinvolgere tecnici di riferimento di tutti gli stakeholders, comprese le associazioni di tutela ambientale, gli operatori turistici e le Amministrazioni interessate al fenomeno erosivo (Forte dei Marmi, Montignoso e Massa). Tutta la documentazione prodotta dovrebbe, inoltre, essere resa pubblica.
Nuovo accesso al porto: rimuovere criticità anziché aggiungerne
Ci rivolgiamo oggi a lei, però, per un’altra problematica, che attualmente è meno al centro del dibattito, ma che è altrettanto importante perché coinvolge non solo l’economia, ma la sicurezza dei cittadini e la loro stessa vita. Si tratta del rischio alluvionale provocato dai lavori che interesseranno la foce del Carrione, determinandone, di fatto, il tombamento.
La sistemazione della foce del Carrione, che rientra nel lotto 1, ci vede fermamente contrari alla soluzione proposta.
Il progetto dell’Autorità Portuale prevede infatti, oltre al mantenimento delle due strozzature idrauliche (rappresentate dal ponte ferroviario e da quello su viale Da Verrazzano), ulteriori e diverse opere infrastrutturali sulla sponda sud del Carrione (nuovo raccordo e nuova rotatoria per l’accesso al porto) e un nuovo terzo ponte a quattro corsie per il nuovo ingresso al porto, che si affiancherebbe al ponte ferroviario esistente.
Tutte queste nuove strutture rappresenterebbero il tombamento (di fatto) della foce all’interno di una sezione idraulica esistente molto ristretta (circa 29 metri) e molto critica, con un aggravamento rilevante del già presente rischio idraulico.
La consapevolezza che il progetto attuale favorirà il verificarsi di eventi alluvionali disastrosi, dovrebbe dunque mettere in guardia dal realizzarlo e indurre ad attuare maggiori e più pertinenti verifiche per cercare soluzioni alternative consone ad una effettiva messa in sicurezza e riqualificazione idrogeologica della foce di questo torrente (che è il principale bacino idrografico del territorio comunale di Carrara).
Dal canto nostro, come costume di questa associazione che pratica un ambientalismo scientifico e propositivo, non ci siamo limitati a criticare questo progetto, ma abbiamo elaborato uno studio preliminare ed una proposta alternativi, che colgono l’occasione di razionalizzare l’ingresso al porto, rendendolo più funzionale alle attività portuali commerciali, per riqualificare contestualmente la foce del Carrione, sia da un punto di vista idrogeologico che ambientale e paesaggistico. Tale proposta è stata offerta alla città sia in un incontro pubblico che in un incontro ad hoc con l’attuale Amministrazione comunale, ma di fatto è stata rigettata dall’assessore competente e ignorata dalla precedente Autorità portuale. La riproponiamo pertanto oggi alla sua valutazione, anche in considerazione della sua dichiarata sensibilità ambientale e dell’esigenza imperativa di evitare i rischi sopra richiamati.
La proposta di Legambiente, che le alleghiamo, prevede appunto una riqualificazione idrogeologica ambientale e paesaggistica della foce del Carrione, con un sostanzioso ampliamento della sezione di sbocco in mare a 120 m, tale da consentire anche forme di rinaturalizzazione della foce stessa, e la creazione del nuovo ingresso unico a levante per il porto attraverso la sostituzione dell’attuale (inadeguato) ponte sul lungomare con un nuovo ponte strallato a campata unica senza pile in alveo (nuovo “land-mark” del territorio) che consente alla viabilità di innestarsi direttamente verso l’ingresso al porto (posto sullo spigolo est dell’esistente Piazzale Città di Massa) e mantenendo in viadotto su piloni l’attuale linea ferroviaria di servizio al porto.
Si interverrebbe cioè in maniera sostanziale sull’area di foce, eliminando le due strozzature idrauliche adiacenti, riducendo in maniera decisamente rilevante il rischio idraulico e riqualificando l’area dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.
Messa in sicurezza dalle piene
Vorremmo infine sollevare un dubbio relativo alla messa in sicurezza del Carrione. In merito al rischio idraulico, è stato assicurato alla cittadinanza che ogni intervento sulla foce del Carrione sarebbe stato preceduto da studi accurati e che le opere sarebbero state adeguate addirittura alla piena cinquecentennale.
Sarebbe opportuno, dunque, mettere tali studi, se effettuati, a disposizione del pubblico. Temiamo, peraltro, che, come si fa di solito, le opere siano state dimensionate per le sole portate liquide, senza considerare anche il trasporto solido (tronchi, materiale di frana e da ravaneti, terre, elettrodomestici e tutto quanto i fiumi portano con sé durante le piene), che è poi proprio quello che generalmente provoca occlusioni e inondazioni. Se così fosse, anche la messa in sicurezza per le portate liquide cinquecentennali, potrebbe non garantirci dal rischio. Solo un ponte sopraelevato e senza piloni in alveo può garantire l’assenza di ostruzione: perché mai dovremmo scegliere una soluzione più imprudente?
Cordiali saluti.
Allegato:
Presentazione della proposta Legambiente di nuovo accesso al porto (9/11/2017)
Carrara, 13 marzo 2021
Legambiente Carrara
Per saperne di più:
Sul porto commerciale e turistico, water front:
Waterfront: molte ombre e qualche luce (12/11/2018)
Waterfront 3° lotto: riaprire il porto alla città (31/7/2018)
Accordo Comune-Autorità portuale: serve trasparenza (19/12/2017)
Presentazione della proposta Legambiente di nuovo accesso al porto (9/11/2017)
Piano Regolatore Portuale: sogni di grandezza e principio di realtà (17/8/2015)
Basta al consumo del litorale: ospitare il porto turistico all’interno di quello commerciale (13/12/2010)
Dal processo partecipativo sul water front: una lezione di democrazia (19/7/2010)