Leggiamo sulla stampa locale della protesta di un ristoratore perché è stata sospesa la potatura delle tamerici in viale Da Verrazzano.
Ci assumiamo la nostra parte di colpa. Il 26 giugno, infatti, venuti a conoscenza che, per l’ennesima volta, si stava procedendo a una potatura invasiva delle tamerici, ci siamo attivati, inviando al dirigente ai lavori pubblici del Comune una PEC per chiedere che la potatura venisse sospesa e ripresa in un momento più adatto e che, comunque, ci si limitasse solo a regolare le piante (ammesso che ne avessero veramente bisogno), senza ridurne troppo la chioma che, nel caso specifico, non risulta particolarmente ingombrante. Fortunatamente i lavori sono stati sospesi.
La tamerice, per la sua spiccata tolleranza alla salsedine (è addirittura impiegata per il consolidamento delle dune), è una pianta tipica dei litorali e della costa apuo-versiliese (tutti ricordano “le tamerici salmastre ed arse” de La pioggia nel pineto di dannunziana memoria) e dovrebbe essere perciò salvaguardata.
Solitamente coltivata ad alberello, da noi è, sciaguratamente, poco apprezzata ed è stata tagliata lungo il viale dei bagni da molti gestori di stabilimenti balneari. Nel viale da Verrazzano è stata piantata una bella siepe (Fig. 1) che, data la larghezza del viale e il traffico limitatissimo, meriterebbe di essere lasciata sviluppare pienamente, senza alcuna potatura.
Invece, su pressante pressione di alcuni residenti (in particolare del titolare del ristorante), la siepe viene sottoposta, addirittura due volte l’anno, a drastiche potature la cui ‘gradevolezza’ estetica è ben evidente nella Fig. 2.
Ci lascia basiti apprendere che, con tutte le piante che necessitano di essere controllate e potate per motivi di sicurezza e vengono invece trascurate, si proceda ben due volte l’anno a potare pesantemente queste tamerici che non presentano alcun rischio per i cittadini e anzi abbelliscono un’area lasciata, per il resto, pressoché in abbandono.
Ci domandiamo, inoltre, quanto costi ai cittadini un intervento che fa comodo solo a poche persone che vogliono vedere il mare da un piano terra, adducendo argomentazioni risibili, come quella che le tamerici ostacolerebbero la circolazione dell’aria.
Quanto al lamentato degrado prodotto da chi frequenta quel luogo, magari di notte, dubitiamo che il taglio delle tamerici possa fermarlo. Il buio e il fatto che gli scogli digradino verso il mare, favoriranno sempre quel tipo di frequentazione.
Proprio per questo Legambiente ha proposto da tempo per quell’area la realizzazione di un parco lineare costiero, fruibile da cittadini e turisti, nella convinzione che, per fermare il degrado, un’area debba essere vissuta quotidianamente e sentita propria dai residenti, che ne avranno perciò cura.
Peraltro, quando il 22 giugno Legambiente, con l’ausilio dei detenuti del carcere di Massa e del FridaysForFuture di Carrara, ha ripulito proprio quell’area, non ci pare di aver visto partecipare all’iniziativa chi oggi protesta per il degrado, mentre era presente proprio chi ha contestato la potatura delle tamerici.
Carrara, 10 luglio 2019
Legambiente Carrara
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