Alla II Commissione Consiliare – Consiglio Regionale della Toscana
P.C. all’Assessore al Governo del Territorio, Regione Toscana
P.C. al Direttore Pianificazione & Controlli sulle cave, Regione Toscana
Oggetto: nuova osservazione di Legambiente al Piano Regionale Cave
Gent.mi Presidente, egregi Consiglieri,
dopo le nostre osservazioni formali al Piano Regionale Cave, inviatevi il 18 giugno u.s., siamo venuti a conoscenza della bozza di lavoro delle commissioni regionali congiunte II e IV (anch’essa del 18 giugno), nella quale, rispetto al testo originario, sono state apportate diverse modifiche.
Con la presente segnaliamo che, con tali modifiche, l’art. 13 sarebbe completamente snaturato e contrasterebbe coi principi fondamentali del PRC stesso.
Nel suo comma 4, infatti, si dice che «Il comune, attraverso i piani attuativi di bacino … stabilisce le condizioni per il rilascio di autorizzazioni che contengano una ulteriore riduzione della resa minima fino ad un massimo del 5% per progetti specifici tesi all’incremento dell’occupazione e lo sviluppo delle lavorazioni in loco in filiera corta, connesse ai materiali di estrazione».
Nella dizione “materiali di estrazione” (anziché blocchi) sono compresi anche tutti i detriti. Accettando una resa in blocchi del solo 20%, si premia di fatto chi distrugge la montagna, purché lavori i detriti in loco, requisito che alcune multinazionali del carbonato soddisfano già abbondantemente, visto che è nel loro precipuo interesse accoglierlo.
È stato inoltre introdotto un pericolosissimo comma 6: «I materiali derivati, impiegati dall’industria per la realizzazione di prodotti sostitutivi dei materiali da taglio, nel progetto di coltivazione e/o nell’ambito del monitoraggio di cui all’art. 14, possono essere computati ai fini della resa come blocchi, lastre e affini». Ciò rappresenterebbe un totale stravolgimento degli obiettivi dichiarati dal PRC, poiché, nello stesso art. 13:
- si è partiti ponendo una resa in blocchi del 30% come requisito per rilasciare l’autorizzazione (comma 2);
- si è subito contraddetto il requisito, concedendo ai comuni la facoltà di stabilire rese comprese tra il 25 e il 30% (comma 3);
- si è affidata ai comuni la possibilità di ridurre ulteriormente la resa al 20% (comma 4);
- si abbasserebbe ulteriormente la resa a percentuali inferiori al 20% (senza limite inferiore: teoricamente anche 0%) computando come resa in blocchi anche le trasformazioni industriali di detriti (scaglie, marmettola, terre) in prodotti sostitutivi dei materiali da taglio (comma 6).
Di fronte allo smantellamento progressivo del principio di primazia dei blocchi a scapito dei detriti, non possiamo che registrare l’intenzione plateale di favorire l’escavazione a ogni costo, autorizzando anche cave teoricamente dedite al solo prelievo di detriti.
Restiamo francamente sbigottiti del fatto che codeste spettabili Commissioni possano prendere in considerazione modifiche in grado di contraddire i principi fondamentali del PRC stesso.
In attesa di riscontri, porgo distinti saluti.
Firenze, 21 giugno 2019
Fausto Ferruzza
Presidente Legambiente Toscana
Per saperne di più:
Su Piano regionale cave, Piani attuativi di bacini estrattivi, Legge regionale cave:
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