Ci risiamo con l’ex hotel Mediterraneo. La Porto spa, che non era riuscita a sfondare con la vecchia amministrazione, anche per la costante vigilanza di Legambiente e delle altre Associazioni ambientaliste, sembra aver trovato un nuovo interlocutore per poter finalmente attuare quello che era il suo reale obiettivo: trasformare in appartamenti il 40% dell’albergo per il quale aveva ottenuto la concessione.
La Porto e il suo “numero uno”, il dottor Enrico Bogazzi, intenderebbero utilizzare una legge regionale, l’86 del 2016, e il suo regolamento di attuazione, approvato ad agosto 2018, per realizzare quello che viene chiamato “condhotel” (coesistenza di condominio e hotel).
Ma cosa dice la legge? Le nuove norme prevedono effettivamente che si possa trasformare fino al 40% delle camere di un hotel in “unità abitative a destinazione residenziale, dotate di servizio autonomo di cucina”. Però la legge regionale fa riferimento al D.L. 133/2014 che prevede che i condhotel vengano gestiti “al fine di diversificare l’offerta turistica e favorire gli investimenti volti alla riqualificazione degli esercizi alberghieri ESISTENTI”.
Dalla legge 133 si evince dunque che, per essere riqualificati, gli alberghi devono essere esistenti “in concreto” e non “sulla carta”.
D’altronde, è chiara la logica sottesa a tale legge: là dove gli hotel sono diventati eccedenti rispetto alle mutate esigenze turistiche, si prevede la possibilità di una soluzione alternativa anche con i condhotel, il cui 40% “abitativo” mantiene proprietà turistiche, configurandosi o come residenza privata da vacanza o come abitazione da vacanza gestita comunque dall’hotel (ad esempio l’albergo affitta un appartamento per turisti con maggiori esigenze rispetto alla camera con bagno).
Ma, nel caso di Marina e dell’ex Mediterraneo, le cose non stanno così. Infatti la città ha pochissime strutture ricettive, certamente non in grado di accogliere tutti i potenziali turisti. Un deficit cronico, aggravato nel corso del tempo, dalla scellerata scelta politica di concedere trasformazioni di pensioni in appartamenti.
Vogliamo ricordare che, sul filo di lana, siamo riusciti a stoppare la trasformazione dell’attuale hotel Exclusive su viale Colombo in miniappartamenti, come richiesto dai proprietari, ancor prima che l’albergo vedesse la luce e, poi, in corso d’opera.
Insomma, la Porto spa ha distrutto un albergo esistente e funzionante, lasciando senza lavoro i dipendenti, e ha presentato progetti, via via ridimensionati quanto a prestigio, in cui la realizzazione di un albergo fungeva da cavallo di Troia per realizzare uffici e appartamenti. Adesso ci riprova, trovando credito presso alcuni amministratori.
Certo, il degrado in cui “volutamente” la proprietà ha lasciato cadere l’area dell’ex Mediterraneo potrebbe indurre d’istinto a preferire qualunque cosa alla situazione attuale, ma non è facendosi condizionare dalle esigenze dei gruppi di potere che si risolvono i problemi della città.
Alla Porto si deve imporre di mantenere gli impegni: costruire l’albergo così come stabiliscono i permessi ottenuti. Se ritiene che non sia più economicamente conveniente farlo, sia comunque obbligata a sistemare a verde l’area e a mantenerla pulita e decorosa.
Non dimentichiamo, infine, che deve restituire alla città il giardino pubblico, identitario per gli abitanti, che doveva essere smantellato provvisoriamente e ripristinato appena possibile tale e quale. Non crediamo che a Marina ci sia bisogno di altri appartamenti: un rapido censimento evidenzierebbe la quantità di immobili sfitti e/o abbandonati. Un albergo, quello sì, servirebbe, ma non se è il cavallo di Troia di altro inutile cemento.
Carrara, 12 marzo 2019
Legambiente Carrara
Per saperne di più:
Sulla tentata speculazione dell’ex Hotel Mediterraneo e dell’albergo di viale Colombo:
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