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Cave Amministrazione e Canalbianco: perché un fermo solo temporaneo?

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A:
–   Comune di Carrara, Settore Marmo (PEC)
–   Regione Toscana, Settore VIA – Cave (PEC)

 
Oggetto: Osservazioni alle cave 42-Amministrazione e 25-Canalbianco (Carrara)

Cava Amministrazione: dal piede della cava si ricavano blocchi di buona qualità, ma nella parte media e alta della cava il marmo è troppo fratturato. Il risultato è la produzione di pochi blocchi e di eccessivi detriti (oltre il 90% dell’escavato).

 
In questi giorni, Comune e Regione si rimpallano la responsabilità del fermo delle cave Amministrazione e Canalbianco e si sperticano nel­l’assicurare che stanno facendo il massimo per risolvere al più presto il problema, quasi avessero un senso di colpa da espiare.

Siamo giunti al punto da considerare vittime le cave ferme per violazioni dell’autorizzazione e carnefici gli enti che fanno rispettare le regole. Ciò è avvenuto per le cave che hanno scavato oltre i confini assegnati (salvate dall’art. 58bis) e sta avvenendo per le due cave in questione.

In realtà, per la cava Amministrazione il ritardo nella conclusione della procedura di valutazione d’impatto ambientale è imputabile alla cava stessa, che ha presentato solo parte della documentazione dovuta e il fermo della cava Canalbianco è scattato a seguito di un sopralluogo e di importanti rilievi da parte dei Carabinieri Forestali. In entrambi i casi, dunque, la responsabilità del fermo è delle cave stesse; non si vede perché mai Comune e Regione dovrebbero sentirsi in colpa.

Ma siamo davvero sicuri che le due cave vadano riaperte? La normativa in materia è chiara: l’escavazione è consentita solo per i materiali ornamentali (blocchi), non sono ammissibili cave di detriti. Per evitare “furbate” il PRAER consente di rilasciare l’autorizzazione solo se i blocchi rappresentano almeno il 25% del materiale estratto, dunque i detriti non devono superare il 75%; prevede inoltre che il Comune invii annualmente alla Regione una relazione attestante il rispetto del PRAER.
 

Cava Canalbianco. A: il cocuzzolo (freccia) nel 2013, prima dell’ampliamento della cava verso l’alto. B e C: due vedute della cava dall’alto, dopo il suo ampliamento. Vi si estraggono quantità limitate di marmo, con elevato impatto paesaggistico e producendo il 91% di detriti. D: tra gli altri reati ambientali va segnalato lo scarico abusivo dei detriti sul versante, con distruzione del bosco: a destra ancora integro, al centro con scheletri arborei ancora in piedi o abbattuti, a sinistra completamente sepolti dai detriti.

 
Basta però un’occhiata ai quantitativi annui estratti dalle due cave (Tab. 1 e 2), in possesso sia del Comune che della Regione, per rendersi conto che entrambe violano sistematicamente e notevol­mente tali limiti, tanto da poter essere definite cave di detriti (91% circa).

In particolare, nei 13 anni considerati, la cava Amministrazione ha prodotto 312.967 t di blocchi e ben 3.264.349 di detriti; la cava Canalbianco 40.241 t di blocchi e 406.469 di detriti. Ha senso la distruzione della montagna con rese in blocchi così misere? E, soprattutto, è legittimo concedere autorizzazioni che violano clamorosamente il PRAER?

Crediamo che nell’istruttoria per l’eventuale riapertura delle due cave il rispetto delle leggi non possa essere ancora una volta ignorato.

 

Tab. 1. Tonnellate annue estratte dalla cava Amministrazione. In tutti gli anni la percentuale di blocchi (5,6%-10,7%; media 8,7%) è largamente inferiore al 25% del materiale estratto; i detriti variano dall’89,3% al 94,4% (media 91,3%). Violando il PRAER in maniera sistematica e così rilevante, la cava non possiede i requisiti per l’autorizzazione. Ciononostante, finora è stata sempre autorizzata. (Fonte dati: Comune di Carrara, pesa comunale).

Cava 42 – Amministrazione
  Blocchi Scaglie bianche Scaglie scure Sco­gliere Terre e tout venant Tot. Detriti % Blocchi % Detriti
2005 26.792 216.744 5.107 0 28.087 249.939 9,7 90,3
2006 27.341 211.364 1.706 0 23.801 236.871 10,3 89,7
2007 22.447 232.021 4.897 0 24.331 261.250 7,9 92,1
2008 26.665 229.604 8.616 0 21.550 259.770 9,3 90,7
2009 25.474 229.612 14.069 0 19.462 263.142 8,8 91,2
2010 29.094 248.248 6.299 0 16.690 271.237 9,7 90,3
2011 32.823 255.522 5.809 0 12.949 274.281 10,7 89,3
2012 28.345 241.334 3.464 0 9.925 254.723 10,0 90,0
2013 19.247 292.268 13.311 0 18.092 323.671 5,6 94,4
2014 23.359 241.133 14.045 27 54.208 309.413 7,0 93,0
2015 22.463 236.391 4.088 0 6.631 247.111 8,3 91,7
2016 12.992 136.131 2.832 0 2.225 141.187 8,4 91,6
2017 15.927 158.865 3.774 0 9.117 171.756 8,5 91,5
Totale 312.967 2.929.237 88.017 27 247.068 3.264.349 8,7 91,3

 

Tab. 2. Tonnellate annue estratte dalla cava Canalbianco. In tutti gli anni la percentuale di blocchi (4,6%-20,8%: media 9%) è largamente inferiore al 25% del materiale estratto; i detriti variano dall’79,2% al 95,4% (media 91%). Violando il PRAER in maniera sistematica e così rilevante, la cava non possiede i requisiti per l’autorizzazione. Ciononostante, finora è stata sempre autorizzata. (Fonte dati: Comune di Carrara, pesa comunale).

Cava 25-Canalbianco
  Blocchi Scaglie bianche Scaglie scure Sco­gliere Terre e tout venant Tot. Detriti % Blocchi % Detriti
2005 2.389 26.934 3.756 0 17.446 48.137 4,7 95,3
2006 1.861 24.335 1.137 0 13.136 38.608 4,6 95,4
2007 2.769 26.619 4.953 0 10.915 42.486 6,1 93,9
2008 3.225 23.346 6.519 0 10.324 40.189 7,4 92,6
2009 4.135 14.410 10.890 0 7.527 32.827 11,2 88,8
2010 4.160 29.156 4.725 0 4.851 38.731 9,7 90,3
2011 4.747 46.403 3.017 0 5.428 54.849 8,0 92,0
2012 4.809 16.390 1.094 0 862 18.346 20,8 79,2
2013 1.104 113 4.700 0 6.591 11.404 8,8 91,2
2014 1.338 27 4.150 126 5.243 9.546 12,3 87,7
2015 1.773 21.556 376 0 2.542 24.475 6,8 93,2
2016 2.370 11.186 217 0 853 12.256 16,2 83,8
2017 5.560 32.807 789 0 1.019 34.615 13,8 86,2
Totale 40.241 273.283 46.323 126 86.737 406.469 9,0 91,0

 
Carrara, 7 febbraio 2019
Legambiente Carrara
 



Per saperne di più:

Sulle cave che producono quantità elevatissime di detriti e pochi o niente blocchi:

Piani attuativi bacini estrattivi: quali indicatori di sostenibilità?  (25/10/2018)

Il bacino estrattivo di Torano: spunti per una pianificazione integrata  (3/5/2018)

Audizione alla commissione marmo: le proposte di Legambiente  (20/11/2017)

Far West cave: la nostra risposta allo sceriffo Tonelli (13/10/2017)

Far West: cave fuorilegge. Con lo sceriffo complice! (4/10/2017)

Piani attuativi dei bacini estrattivi: una proposta di buonsenso (quindi rivoluzionaria)  (10/8/2016)

Cave, terre, detriti: ma è poi così difficile far rispettare le regole? (28/2/2009)

I dati 2006 sulle cave fuorilegge confermano quelli 2005: blocchi 17%, detriti 83% (27/2/2007)

Ecco i primi dati (2005) sulle cave fuorilegge: 17% blocchi, 83% detriti (3/1/2007)

 

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