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Via Melara: la pazienza è finita

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                                                                              A:             Sindaco di Carrara
 
                                                                                               Giunta comunale
 

                                                                                               Polizia municipale

 

Nell’informarvi che Legambiente e Federconsumatori si sono associati all’esposto alla Procura della Repubblica presentato nei giorni scorsi dai residenti di via Melara per perseguire eventuali reati, anche omissivi, da parte del sindaco, di amministratori e funzionari, riassumiamo brevemente la situazione di via Melara e chiediamo un vostro intervento tempestivo, concreto e risolutivo.

Da cinque anni i residenti di via Melara chiedono di porre fine ad una situazione insostenibile, legata al transito di camion e grossi autoarticolati, diretti alla segheria SMC, che generano polveri, imbrattamenti, danneggiamenti alle proprietà e rischi per la stessa incolumità dei pedoni. Vanno rimarcati il senso civico, l’equilibrio e la responsabilità dei residenti che –ben consapevoli delle esigenze occupazionali– non hanno mai chiesto la chiusura della segheria, ma solo misure di mitigazione.

I principali problemi possono essere così riassunti:

  • rischi per la salute derivanti dall’inalazione delle polveri sollevate dai camion in uscita dalla segheria di marmo S.M.C. di Babbini R. e Corsini C. & C. snc, sita in Via Melara n. 23, Carrara (conseguenza dell’incuria in cui viene lasciato il piazzale della segheria, invaso da marmettola);
  • rischi per l’incolumità delle persone, derivanti dal transito di mezzi pesanti (camion, autoarticolati, ecc.) in una strada (via Melara) la cui ristrettezza costringe i pedoni ad appiattirsi contro il muro per non essere schiacciati;
  • frequenti danneggiamenti delle proprietà (muri di confine sulla strada, terrazzi, cassette postali, pilastri, citofoni, soglie di ingresso ai giardini), urtate dai camion per la ristrettezza della sede stradale; danni peraltro non risarciti poiché i conducenti si allontanano senza lasciare le proprie generalità né denunciare alla propria assicurazione il danno arrecato;
  • imbrattamento delle proprietà (cancelli, porte, finestre, arredi da giardino, ecc.) ad opera delle suddette polveri (che, depositandosi su ogni superficie, impediscono di stendere i panni e costringono i residenti a tener chiuse le finestre) e, a seguito delle piogge, da parte degli schizzi fangosi sollevati dalle ruote.

In questi anni i residenti si sono rivolti civilmente al sindaco, agli assessori all’ambiente e alla viabilità, alla polizia municipale e all’ASL, hanno avuto numerosi colloqui, inviato lettere, richiami, diffide (sostenuti anche da Federconsumatori) ma hanno ricevuto solo assicurazioni di interessamento al problema, mai seguiti da misure concrete.

Nonostante l’esasperazione conseguente all’inerzia dell’amministrazione comunale, si sono finora astenuti da iniziative di protesta clamorose (quali blocchi stradali e simili) ed hanno continuato a comportarsi civilmente, chiedendo semplicemente –ma con tenacia– il rispetto dei loro diritti, ai quali non intendono rinunciare.

Oggi, però, sentendosi presi in giro dal muro di gomma eretto dall’amministrazione –fatto di rimpalli tra funzionari, assessori, sindaco– hanno ormai esaurito la loro pur grande riserva di pazienza e si sono perciò rivolti alla Procura della Repubblica. Tuttavia, considerati i lunghi tempi della giustizia e constatata l’inutilità dei metodi civili, hanno già deciso che, in assenza di tempestivi interventi, ricorreranno con fermezza a forme di protesta clamorose la cui responsabilità ricadrà sull’incapacità all’ascolto dell’apparato comunale.

Pertanto, mentre l’iter giudiziario seguirà il suo corso, chiediamo al sindaco una immediata dichiarazione pubblica di impegno e l’adozione (anche in autotutela) dei seguenti provvedimenti:

  • ordinanza alla citata segheria S.M.C. di tenere costantemente pulito il suo piazzale e di installare presso l’uscita un impianto di lavaggio delle ruote e della scocca, con l’obbligo di lavaggio e sosta di sgocciolamento per tutti i camion in uscita;
  • verifica dell’adeguatezza di via Melara ad accogliere il transito dei mezzi pesanti (garantendo sia l’incolumità dei pedoni sia l’assenza di danneggiamenti) e conseguente istituzione del divieto di transito a quegli automezzi che non soddisfino tali requisiti (inadeguatezza peraltro risultante anche da un verbale della polizia municipale relativo ad un danneggiamento);
  • forte limitazione della velocità dei mezzi pesanti e installazione di dossi dissuasori di velocità nei punti più critici;
  • installazione di videosorveglianza volta ad individuare i responsabili di danneggiamenti alle proprietà dei residenti.

Si riporta di seguito la documentazione fotografica sull’inadeguatezza della strada agli automezzi di grosse dimensioni, agli imbrattamenti e ai danneggiamenti alle proprietà.

Carrara, 8 dicembre 2015
Legambiente Carrara
 

Fig. 1. Via Melara, per la stretta carreggiata e la presenza di portoni a filo strada, è inadeguata a consentire il transito di tir e autoarticolati in condizioni di sicurezza: l’incolumità dei pedoni è ad alto rischio. A: ingresso di via Melara, visto dalla piazza di Pontecimato; B: camion in uscita; C e D: i grossi autoarticolati occupano l’intera sede stradale, senza lasciare spazio al transito pedonale; E e F: autoarticolati in uscita dalla strada privata della segheria S.M.C. curvano (freccia gialla) per immettersi in via Melara: in questa operazione sono spesso costretti a fare più manovre e urtano le proprietà adiacenti, danneggiandole.

 

Fig. 2. Data la notevole sporcizia del piazzale della segheria, le ruote dei camion trascinano la marmettola in via Melara, sollevando schizzi di fango in condizioni piovose e polveri in condizioni asciutte. A: marmettola sull’asfalto; B: marmettola e impronta da accelerazione degli pneumatici di un camion che, uscendo dalla via privata della segheria, si è immesso in via Melara; C: chiazze di marmettola sull’asfalto. D: pulizia della strada da parte degli operatori dell’AMIA (nel caso specifico a seguito della perdita di gasolio per rottura del serbatoio di un camion). E e F: via Melara sporca (date le condizioni di sporcizia in cui viene lasciato il piazzale della segheria); a sinistra: con strada asciutta (polveri); a destra: con strada bagnata (fanghi).

 

â Fig. 3. Danneggiamenti da urto dei camion (non risarciti perché i responsabili si allontanano senza lasciare le proprie generalità e i dati dell’assicurazione). A: muro di recinzione lesionato. B: pilastro lesionato. C: piccolo frammento di intonaco distaccato. D: lo stesso, caduto a terra (freccia blu) e un lastrone di pavimentazione della canalina stradale lesionato (freccia rossa). E: muro grattato da ripetute strusciate di camion. F: montante metallico del cancello d’ingresso spezzato dall’urto di un camion; le frecce indicano il segno della saldatura, ancora visibile. G: cassetta postale spostata dietro la recinzione metallica dopo ripetuti danneggiamenti. H: cassetta postale alla quale, dopo ripetuti danneggiamenti, è stato applicato un dispositivo a cerniera che la fa rientrare all’interno del giardino in caso di urto; si noti la copertura metallica installata a protezione del citofono (si confronti con la situazione precedente: foto L). I: montante metallico nel quale, dopo ripetuti danneggiamenti, è stata praticata un’apertura rettangolare per farvi rientrare il citofono (si confronti con la foto seguente). L: da Google Earth, nov. 2011: citofono collocato in posizione normale, sulla superficie del montante; numero civico presente. M: numero civico mancante, asportato dall’urto di un camion (si confronti con la foto precedente). N: Terrazzo danneggiato dall’urto di un tir (da Google Earth, nov. 2011).
á Fig. 3. Danneggiamenti da urto dei camion (non risarciti perché i responsabili si allontanano senza lasciare le proprie generalità e i dati dell’assicurazione). A: muro di recinzione lesionato. B: pilastro lesionato. C: piccolo frammento di intonaco distaccato. D: lo stesso, caduto a terra (freccia blu) e un lastrone di pavimentazione della canalina stradale lesionato (freccia rossa). E: muro grattato da ripetute strusciate di camion. F: montante metallico del cancello d’ingresso spezzato dall’urto di un camion; le frecce indicano il segno della saldatura, ancora visibile. G: cassetta postale spostata dietro la recinzione metallica dopo ripetuti danneggiamenti. H: cassetta postale alla quale, dopo ripetuti danneggiamenti, è stato applicato un dispositivo a cerniera che la fa rientrare all’interno del giardino in caso di urto; si noti la copertura metallica installata a protezione del citofono (si confronti con la situazione precedente: foto L). I: montante metallico nel quale, dopo ripetuti danneggiamenti, è stata praticata un’apertura rettangolare per farvi rientrare il citofono (si confronti con la foto seguente). L: da Google Earth, nov. 2011: citofono collocato in posizione normale, sulla superficie del montante; numero civico presente. M: numero civico mancante, asportato dall’urto di un camion (si confronti con la foto precedente). N: Terrazzo danneggiato dall’urto di un tir (da Google Earth, nov. 2011).

 

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