La proposta: cialtroneria al governo
Legambiente è favorevole all’eolico e a tutte le forme di energia rinnovabile ma, come è naturale e doveroso, con cognizione, cioè previa valutazione, caso per caso, dell’impatto ambientale e paesaggistico. Le spiegazioni fornite dall’assessore Bernardi sul progetto dell’impianto eolico a Campocecina sono purtroppo inequivocabile espressione della desolante approssimazione culturale e amministrativa di chi ci governa. L’assessore non esibisce nulla di scritto, non uno straccio di progetto: illustra un’idea, si direbbe estemporanea, quasi onirica. Ma poiché l’ideatore è un nostro amministratore, non possiamo far finta di nulla. Dobbiamo, per responsabilità, prestare attenzione a questa genialata che va contro tutte le leggi in materia.
La sfida alla normativa: un parco eolico in pieno parco naturale
La localizzazione prevista (al piazzale dell’Uccelliera, sottostrada: Fig. 1) non solo è in pieno Parco delle Apuane, ma è addirittura all’interno dell’area con i vincoli ambientali più stringenti in quanto ricade sia nel SIC (Sito di Interesse Comunitario) ‘Monte Borla-Rocca di Tenerano’ sia nella ZPS (Zona di Protezione Speciale per l’avifauna) ‘Praterie primarie e secondarie delle Apuane’ (Fig. 2).
Inoltre, davvero ad abundantiam, fin dal 1968 la zona è sottoposta a vincolo paesaggistico (codice ministeriale 90378, confermato nell’ott. 2012 e validato dal Ministero per i Beni Ambientali e Culturali) con la motivazione di «[…] notevole interesse pubblico, […] meta di gite e punto di partenza per escursioni sulle vette più alte delle Alpi Apuane, […] località di notevolissimo interesse paesaggistico, naturalistico e turistico, unica nel suo genere, per la sua incomparabile posizione dominante un ampio panorama dalle sottostanti cave di marmo fino al mare Tirreno» (Fig. 3-4).
Dunque l’idea dell’assessore contrasta con la normativa 1) del Parco delle Apuane; 2) della Regione Toscana (“Linee guida per la valutazione ambientale degli impianti eolici”); 3) statale (MiBAC); 4) europea (Rete Natura 2000, Direttiva Habitat, Direttiva Uccelli).
Il genio amministrativo: se ci sono vincoli, basta rimuoverli
Una sola di queste incompatibilità sarebbe sufficiente a far desistere dall’idea balzana. Ma l’assessore non si scoraggia: poiché la carta della velocità del vento predisposta dalla Regione mostra che, nel resto del Comune, non c’è vento sufficiente, l’impianto non può che essere fatto lì. Una volta rimossi i vincoli, il Comune potrà offrire ad un privato (sic!) la realizzazione dell’impianto in cambio del versamento di una somma annua.
Per rimuovere i vincoli sarà sufficiente che il Consiglio comunale banalmente chieda al Parco delle Apuane di deperimetrare l’area. Il Parco dovrà, a questo punto, ammettere con disinvoltura di essersi sbagliato e sostenere che l’area ZPS non si trova nella rotta migratoria degli uccelli e non appartiene alle ‘Aree extrasilvatiche di crinale e di alto versante ad elevata naturalità’ (Fig. 5), ma che, più prosaicamente, è ‘un’area tutta grottoni’ (come la definisce, con efficace e sintetica immagine, il nostro assessore) e, in quanto tale, agilmente scorporabile anche dal SIC. Sebbene il funzionario del Parco abbia fatto sommessamente notare che un tale iter sarebbe molto difficile (il primo caso in assoluto di rimozione dei vincoli), Bernardi non si scoraggia: è pur sempre possibile una prima volta.
Anche i problemi paesaggistici si potrebbero agevolmente risolvere: la provinciale per Campocecina è classificata ‘strada panoramica da riqualificare’ e il piazzale dell’Uccelliera e la Foce di Pianza (posti ai due estremi del previsto parco eolico) sono entrambi ‘punti panoramici da riqualificare’ (Fig. 6); sarà pertanto sufficiente spiegare che le pale eoliche sono proprio quell’intervento di riqualificazione paesaggistica a cui il Parco stava pensando.
Infine, a completamento di questo ‘banalissimo’ percorso istituzionale, la Regione Toscana dovrebbe chiudere un occhio sul vincolo paesaggistico e sulle proprie “Linee guida” e chiedere alla Commissione Europea la revoca del SIC e della ZPS, spiegando che queste valutazioni e perimetrazioni sono state frutto di un errore, adducendo a supporto l’autorevole parere dell’assessore Bernardi.
Ma, rimossi i vincoli, il progetto sarebbe ugualmente bocciato
Una volta ottenuto il consenso della Commissione Europea, potrebbe finalmente essere ammissibile la presentazione del progetto di parco eolico. Tuttavia, sebbene escluso dal Parco, resterebbe in area ‘contigua’ al Parco e, perciò, dovrebbe ancora superare la VIA e la VINCA (Valutazione d’Incidenza Ambientale) cadendo miseramente, così come è accaduto recentemente al progetto di parco eolico “Cresta del Giogallo” (Pontremoli, sul crinale tra Emilia e Toscana), che è stato bocciato dalla Giunta Regionale Toscana perché, pur non ricadendo in alcuna area protetta, era vicino (3-9 km!) ad alcuni SIC e ZPS (Deliberaz. Giunta Reg. Toscana n. 377/2012, BURT 23/5/2012).
Anche se approvato, il progetto sarebbe irrealizzabile per la viabilità
Nell’ipotesi fantasiosamente irrealistica che tutti gli ostacoli elencati fossero superati, resterebbero gli ostacoli fisici, non rimovibili per via amministrativa, il primo dei quali è quello della viabilità. Ma, a parere di Bernardi, questo non è un problema: lo prova il fatto che la strada Carrara-Campocecina è già percorsa dai camion del marmo. L’assessore evidentemente non ha idea delle dimensioni delle pale eoliche. Forse le confonde, nel suo progetto onirico, con le girandole dell’infanzia che si fissano alla ringhiera del terrazzo con una molletta.
I camion del marmo, infatti, sono lunghi 8 m e larghi 2,5 m, mentre le torri eoliche sono alte mediamente 120 m e sono trasportate in conci di 20-30 m, del diametro di circa 4 m (circa 7 m per i conci basali) e del peso di circa 60 t (Fig. 7); le pale sono pezzi indivisibili lunghi 40 m (Fig. 8); nemmeno le parti più piccole (la navicella e il mozzo: Fig. 9) riuscirebbero ad arrivare all’Uccelliera; a maggior ragione non vi riuscirebbero i conci, più lunghi o larghi (Fig. 10).
Per trasporti eccezionali come questi, non conta solo la larghezza della carreggiata: le curve devono essere dolci (almeno 30 m di raggio) ed avere uno spazio libero da ostacoli largo circa il triplo della carreggiata (Fig. 11), condizioni nemmeno lontanamente soddisfatte dalla strada per Campocecina che presenta una trentina di criticità (curve troppo strette o senza spazio laterale libero). Ci limitiamo a segnalare nelle mappe della Fig. 13 i soli 18 punti più critici, mostrandoli singolarmente nelle Fig. da P_1 a P_18.
Altri ‘modesti’ problemi tecnici
Si potrebbe pensare al trasporto con elicottero. Purtroppo, però, i normali elicotteri (tipo l’AB 412 o l’Augusta A 109) possono trasportare solo 1,2 t e quelli da trasporto a due rotori (come il CH47 Chinook, usato dall’esercito) possono trasportare al massimo 12,7 t, davvero troppo poco per un concio da 60 t. Bisognerebbe dunque spezzare la torre eolica in una ventina di pezzi.
Ci sarebbe poi il modesto problema di installare le torri eoliche su un versante così ripido, sul quale bisognerebbe prima allestire l’area di cantiere, costruire la strada per raggiungerla e realizzare il basamento della torre. Si tenga presente che ciò richiede un’area piana piuttosto ampia, capace di ospitare il basamento della torre (di dimensioni talora colossali), la “piazzola” (circa 20×40 m) che ospita la gru per il montaggio dei conci della torre (Fig. 12) e la sottostazione elettrica. A causa di queste esigenze, le torri devono essere installate in piano (solitamente sui crinali) o su versanti con una pendenza non superiore al 15%. Ma il versante individuato da Bernardi ha pendenze medie del 35-55%, assolutamente proibitive. Evidentemente, a parere dell’assessore, installare l’impianto eolico su un versante così scosceso dovrebbe essere un gioco da ragazzi, poco costoso e a basso impatto. Magari, alla fine dei giochi, si scoprirebbe che le pale eoliche, non essendo collocate su un crinale ma sul versante, non avrebbero nemmeno il vento per funzionare.
Bernardi non tiene alla propria credibilità. Le istituzioni, invece?
Il risultato finale dell’idea geniale dell’assessore, nell’ipotesi totalmente inverosimile di realizzazione, sarebbe dunque un parco eolico non funzionante, un paesaggio devastato e tutti i livelli istituzionali (Comune, Parco delle Apuane, Regione, MiBAC, Commissione Europea) ignominiosamente screditati per aver assecondato un’idea bislacca. Una volta rimossi i vincoli, se non si trovasse nessun ‘privato’ disposto ad affrontare una tale impresa ciclopica, resterebbe, come premio di consolazione, la possibilità di riaprire, proprio in quell’area, le cave del Morlungo, chiuse da tempo per motivazioni ambientali: una soluzione consolatoria di seconda scelta?
Che un assessore all’ambiente abbia concepito una tale idea peraltro intrinsecamente legata al tortuoso percorso amministrativo volto ad aggirare tutta la normativa ambientale –da quella locale a quella europea– ci lascia interdetti. Considerato che l’idea non ha alcuna possibilità di attuazione, l’assessore proceda pure con la sua proposta. Gli suggeriamo soltanto, almeno per il futuro, di valutare, sia pure all’ingrosso, i problemini tecnici, ambientali ed amministrativi delle sue idee prima di scomodare tutti gli enti, locali, nazionali ed europei.
Carrara, 25 maggio 2013
Legambiente Carrara
(Le foto dei punti critici riportati in queste mappe sono riportate nelle figure da P_1 a P_18)
Fig. P_2. Gragnana-Castelpoggio: 730 m dopo il cimitero di Gragnana.
Fig. P_4. Gragnana-Castelpoggio: 350 m prima del bivio per Noceto.
Fig. P_6. Castelpoggio: curva all’uscita del paese, presso il parcheggio.
Fig. P_8. 1 km a monte della piazza di Castelpoggio.
Fig. P_10. S.P. 59: 1,2 km dal bivio per Campocecina.
Fig. P_12. S.P. 59: 4 km dal bivio per Campocecina.
Fig. P_14. S.P. 59: 6,4 km dal bivio per Campocecina.
Fig. P_16. S.P. 59: 8,9 km dal bivio per Campocecina.
Fig. P_18. S.P. 59: 9,7 km dal bivio per Campocecina (300 m prima del Piazzale dell’Uccelliera).