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Taglio dei pini a Villa Ceci: come sbagliare anche operando bene

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La preoccupazione dei cittadini

Prevedibilmente, il taglio dei pini a Villa Ceci, nella pineta adiacente alla scuola Taliercio, ha suscitato comprensibili preoccupazioni e proteste. Il nostro sopralluogo ha giustificato i timori dei cittadini avendo noi presa visione della ragguardevole età della trentina di pini abbattuti (la maggioranza sui 90 anni, tre oltre i 100, il più vecchio 116 anni), apparentemente in buona salute. L’intervento ci sembrava pertanto contraddire le buone pratiche della gestione dei boschi che, per gli interventi di diradamento (come informava il cartello esposto), prevedono il mantenimento degli alberi dominanti (più maturi e robusti) e il taglio degli esemplari che, cresciuti alla loro ombra, sviluppano un fusto troppo allungato, sottile e fragile.

Nonostante ciò, abbiamo ritenuto opportuno non esprimere subito il nostro giudizio sull’intervento, volendo prima acquisire la documentazione amministrativa. Da tale documentazione, fornitaci dagli uffici comunali, completa di cartografia, foto, relazione agronomica, autorizzazioni e prescrizioni, è emerso un quadro articolato.

 

Le motivazioni tecniche: pini malati e pericolanti

Nella documentazione si legge che circa due terzi dei pini sono stati tagliati per motivi di sicurezza (esemplari pericolanti dal fusto inclinato ed emersione delle radici dal lato opposto all’inclinazione, o adiacenti al confine con la scuola o con via Marco Polo). A differenza delle latifoglie, infatti, i pini hanno un apparato radicale piuttosto superficiale; perciò gli esemplari di dimensioni e altezza ragguardevoli, soprattutto se vetusti o malati, sono i più suscettibili di deperimento e caduta in caso di forte vento o in seguito a periodi di piogge abbondanti e prolungate.

Il restante terzo è stato abbattuto per motivi fitosanitari: pini con chioma parzialmente o interamente secca, afflitti da marciume radicale e vascolare causato da funghi microscopici (Armillaria) che, bloccando il passaggio della linfa, provocano deperimento fino alla morte delle piante in piedi. Il fungo colpisce individui stressati o molto vecchi, rendendoli facile preda di parassiti; sopravvivendo a lungo anche sul legno morto, può poi attaccare altre piante vive debilitate da stress di varia natura.

L’intervento di diradamento, potatura e pulizia del sottobosco era dunque necessario per motivi di sicurezza e per un corretto governo della pineta. L’intervento prevede anche un modesto diradamento della vicina pioppeta (taglio di venti pioppi bianchi), il taglio di alcuni polloni di ontano cresciuti troppo ravvicinati e l’abbattimento delle robinie (piante esotiche infestanti). Prevede infine il rilascio delle matricine (piante mantenute per garantire la rinnovazione per seme del bosco, assicurando la variabilità genetica) e la salvaguardia di piante giovani affinché, liberate dall’ombreggiamento, possano crescere e sostituire gli alberi abbattuti.

In conclusione, l’intervento sulla pineta e sul boschetto adiacente non è distruttivo ma, al contrario, finalizzato al miglioramento paesaggistico, sanitario e delle condizioni di sicurezza.

 

L’amministrazione non ritiene di dover informare i cittadini?

Prendiamo dunque atto delle motivazioni tecniche dell’intervento. Ci permettiamo tuttavia di segnalare agli uffici comunali una considerazione di carattere generale relativamente al rapporto con i cittadini.

Le pinete sono apprezzate e amate dai cittadini che, anche se private, sono vissute come un patrimonio paesaggistico pubblico. Timori e critiche al taglio di pini secolari erano dunque prevedibili. Un’amministrazione che condivide l’amore per il verde ed è vicina al sentire dei cittadini avrebbe dovuto preoccuparsi di informare i residenti del precario stato della pineta e della pur dolorosa necessità dell’intervento di diradamento per migliorare le condizioni di sicurezza e lo stato fitosanitario.

Invece, nemmeno dopo le critiche pubbliche all’intervento, si è sentita in dovere di spiegarne le motivazioni. Ancora una volta l’amministrazione ha dato prova di considerarsi investita di un mero ruolo tecnico-burocratico senza alcun interesse per il sentire dei cittadini, ai quali, con atteggiamento non diversamente definibile se non arrogante, ritiene di non dover fornire alcuna spiegazione. Ignorare la sensibilità dei cittadini è un metodo sicuro per rendere criticabili anche interventi tecnicamente giustificati.

Carrara, 7 febbraio 2013
Legambiente Carrara

Fig. 1. Uno scorcio dei pini abbattuti di Villa Ceci. Sullo sfondo la scuola media Taliercio.

 



 

Per saperne di più:

Sull’area di Villa Ceci:

Taglio del bosco di Villa Ceci: il Comune deve intervenire  (10/6/2013)

Legambiente presenta un mare di osservazioni alla variante al Piano Strutturale (29/3/2010)

Cemento o Parco a Villa Ceci? Il sindaco gioca sulle parole? (25/10/2008)

Cemento in vista: per il candidato sindaco Zubbani il piano strutturale è solo “lacci e lacciuoli” (3/3/2007)

 

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