Gent. Sig. Nicola Pitanti,
intanto non solo non ci sfiora nemmeno l’idea di cestinare la sua lettera, ma la ringraziamo davvero per averci scritto. Siamo infatti convinti che il confronto aperto sia il percorso migliore per affrontare i problemi e trovare soluzioni.
La nostra proposta di alleanza ai camionisti è stata respinta dalle loro associazioni
Da parte nostra, oltre a confronti informali, abbiamo provato a confrontarci con i camionisti, anche chiedendo un incontro formale con le vostre associazioni di categoria e proponendo loro un’alleanza [si veda Pm10: Legambiente propone un’alleanza ai camionisti, 5/11/2008].
In poche parole, ci siamo calati nei vostri panni raggruppando le misure per la riduzione delle polveri in “scomode” (es. dossi limitatori di velocità, cassoni a tenuta, ordinanza fermo camion), “poco scomode” (es. copertura dei cassoni di scaglie, chiusura dei cassoni vuoti lungo il percorso ascendente) e “vantaggiose” (pulizia, da parte delle cave, dell’innesto delle vie d’arroccamento, canaline di scolo stradali, miglioramento dell’impianto di lavaggio camion, lavaggio delle strade montane).
La nostra proposta di alleanza si limitava ad assumere come piattaforma comune le misure “vantaggiose”: non solo, infatti, non avrebbero comportato alcun inconveniente per i camionisti, ma –riducendo le polveri– avrebbero ridotto il rischio di giornate di fermo camion. In-somma, avrebbero comportato solo vantaggi, sia per i camionisti che per i cittadini.
Purtroppo le associazioni degli autotrasportatori (CNA-FITA e Confartigianato) non hanno accolto la nostra proposta, preferendo puntare su vantaggi corporativi a tutto danno dei cittadini (l’alleanza col sindaco con l’obiettivo primario di ottenere la revoca dell’ordinanza sul fermo camion dopo tre superamenti consecutivi del limite di legge per il PM10 e, in seguito, di dismettere la centralina della Lugnola) [I camionisti condotti in un vicolo cieco dalle loro associazioni di categoria, 12/2/2011].
Come vede, dunque, non siamo né chiusi al confronto né prevenuti: semmai i camionisti dovrebbero rivolgere le loro critiche alle proprie associazioni di categoria.
La responsabilità primaria delle polveri sottili di Carrara è dei camion
Nel ricordarci che i vostri camion sono tutti Euro 5 e che molte altre attività sono inquinanti (riscaldamento, climatizzazione, automobili, ecc.) ci rimprovera di prendercela solo con i camion.
In realtà, sebbene le fonti inquinanti siano numerose, a Carrara la causa principale dei superamenti dei limiti di legge per il PM10 sono proprio i camion e, più esattamente, non i loro gas di scarico, ma la loro sporcizia.
In poche parole, gran parte delle polveri è rilasciata dal carico (cassoni con telone aperto, camion con pianale e blocchi sporchi, fanghi sversati da cassoni non a tenuta) e dalla sporcizia della carrozzeria e dei pneumatici [Video: le polveri del sindaco, 16/9/2010]. Queste polveri sono continuamente risollevate dal transito dei camion (e, molto meno, delle auto): il fenomeno è palese anche ad occhio nudo [Video: 2011 Odissea nelle polveri, 4/2/2011].
La responsabilità dei camion nel rilascio di polveri sottili è emersa chiaramente sia dall’analisi del PM10 commissionata dal Comune alla soc. Ambiente sia da quelle effettuate dall’università di Genova su incarico del tribunale [Le polveri sottili a Carrara: il quadro della situazione, 26/5/2008].
Per convincersi della responsabilità primaria dei camion nel rilascio di polveri basterebbe considerare che da quando è entrata in funzione (1° giugno 2007) al 31 marzo 2011 la centralina del Colombarotto (situata presso il Comune) ha registrato solo 40 superamenti del PM10, mentre quella della Lugnola (posta a soli 200 m di distanza, ma esposta al traffico dei camion) ne ha registrati ben 257.
Per dimostrazioni più rigorose, oltre ai due studi già citati, si veda Le polveri sottili di Carrara: analisi statistica, 23/12/2009. Pertanto, come vede, se “ce la prendiamo con i camion” non è per partito preso, ma perché effettivamente sono i principali responsabili delle polveri sottili.
La conclusione è semplice. A differenza delle altre città, a Carrara sarebbe possibile, semplice ed economico ottenere una riduzione consistente ed immediata delle polveri sottili: basterebbe lavare bene i camion! [Video: l’impianto della vergogna, 25/8/2010].
Il disinteresse delle associazioni degli autotrasportatori verso la nostra proposta è dunque doppiamente colpevole: sia perché implica disprezzo verso i cittadini, sia perché ha danneggiato anche i camionisti.
In quanto consumatori di carbonato di calcio, siamo tutti colpevoli?
Non solo è vero, come lei dice, che tutti noi, in quanto consumatori, utilizziamo il carbonato di calcio prodotto dalle scaglie (contenuto nella carta, nei dentifrici, nelle vernici, plastiche, intonaci, ecc., ecc.), ma –a differenza di quanto lei ritiene– siamo anche molto favorevoli a questi utilizzi che impiegano gli scarti del marmo.
Non si vede però perché il trasporto delle scaglie debba essere fatto su camion sporchi e col telone aperto!
Le difficili condizioni dei camionisti
Lei ci ricorda poi le difficili condizioni di lavoro dei camionisti e, soprattutto, i costi che dovete sostenere e le conseguenti difficoltà a sbarcare il lunario.
Vi comprendiamo perfettamente e crediamo che il vostro duro lavoro debba avere la giusta remunerazione. In questo campo, tuttavia, le vostre oggettive difficoltà derivano dalle cosiddette “leggi“ del mercato, non certo da noi.
Il problema delle concessioni
Sul problema delle concessioni e delle tariffe da applicare lei sembra concordare con noi, salvo esprimere la riserva che, mettendo all’asta le concessioni, si perderebbe la professionalità dei cavatori, accrescendo anche l’impatto ambientale.
Noi riteniamo invece che il nuovo concessionario vincitore dell’asta avrebbe tutto l’interesse ad assumere il personale che, conoscendo bene la cava, è quello più adatto per sfruttarla razionalmente. L’asta, invece, accrescerebbe notevolmente le entrate comunali e permetterebbe investimenti a vantaggio di tutti (impianto di lavaggio camion, canaline stradali, lavaggio strade, ecc.).
In conclusione, crediamo che il franco confronto, ispirato al buonsenso, al rispetto delle leggi e alla volontà di risolvere davvero i problemi potrebbero far rinascere la città.
Finora, purtroppo, da parte sia dei camionisti sia del Comune abbiamo trovato solo chiusura e volontà di sopruso. La sua disponibilità al confronto rappresenta per noi un segnale positivo che ci auguriamo abbia maggior seguito.
Carrara, 8 aprile 2011
Legambiente Carrara
Per saperne di più:
Leggi la lettera del camionista:
Lettera aperta di un camionista a Legambiente (6/4/2011)