L’ostinata opposizione del Comune alla misura antipolveri più efficace
Poiché le polveri sottili di Carrara sono disseminate in città dai camion del marmo, è ovvio che la principale misura da prendere è un lavaggio efficace dei camion.
Ciononostante, per qualche incomprensibile ragione, è proprio la misura che incontra l’ostinata riluttanza del Comune.
A Torano, anziché installare un impianto professionale, si è preferito costruirne uno rudimentale, praticando fori col trapano ai tubi di alimentazione per ottenere i getti d’acqua.
Incompetenza e arroganza: una miscela micidiale
In una relazione dettagliata di due anni fa –grazie alla consulenza gratuita di professionisti del settore– elencavamo sia i grossolani errori progettuali che rendevano l’impianto di Torano del tutto inadeguato sia gli interventi da fare per raggiungere un lavaggio efficace.
Ma l’incompetenza è sovente accompagnata dalla presunzione; così, anziché ringraziarci dei consigli, il sindaco e gli uffici comunali hanno continuato a sostenere che l’impianto funzionava benissimo, salvo arrabattarsi in fallimentari tentativi di interventi, tutti all’insegna della sciatteria e dell’imperizia.
Dopo la raffica di giornate di fermo camion anche il Comune ammette l’inadeguatezza dell’impianto
Ci sono voluti 47 superamenti del PM10 nel primo trimestre di quest’anno (contro i 7 ammessi dalla legge nell’intero anno) e, soprattutto, le 7 giornate di fermo camion e la rivolta dei camionisti per convincere sindaco, direttore generale e uffici comunali ad ammettere che effettivamente l’impianto di Torano presentava qualche difetto e a promettere interventi migliorativi che, tuttavia, non venivano mai attuati.
Solo dopo l’uscita sulla stampa, il 7 maggio, della denuncia dell’inoperosità del Comune, vista anche l’imminenza della prossima udienza in tribunale, il Comune è corso ai ripari e in due giorni ha realizzato gli interventi.
Peccato che questi, affidati alla stessa ditta che, forse per affinità (incuria e superficialità), si è guadagnata la fiducia del Comune, siano stati realizzati con la stessa approssimazione di quelli precedenti. Ad una settimana dalla conclusione dei lavori vediamo i risultati.
Gli interventi sull’impianto: risultati sconfortanti
Entro il tunnel di lavaggio sono stati installati 7 tubi verticali in plastica per lato (foto 1), a ciascuno dei quali sono stati praticati col trapano a mano 15 forellini: in totale 210 fori, tutti privi di ugelli.
Il piccolo diametro dei fori conferisce ai getti idrici una pressione piuttosto elevata (foto 2 e 3) ma, purtroppo, rende i fori più soggetti all’occlusione da parte di piccoli frammenti solidi (foglie, altri frammenti vegetali, carta, plastica, ecc.).
Dopo soli 3 giorni di funzionamento, erano già otturati 15 forellini, pari al 7%; oggi, dopo una settimana di funzionamento, 2 dei 14 tubi sono già fuori uso (foto 3); i forellini parzialmente o totalmente ostruiti sono da 3 a 13 per ogni tubo (foto 4) e il 40% dei getti ha già perso efficacia.
Permangono i vecchi difetti dell’impianto
Non avendoli nemmeno affrontati, permangono naturalmente i vecchi difetti dell’impianto:
- non essendo stati inseriti dossi rallentatori nel tunnel, i camion raggiungono subito la sbarra e vengono lavati da fermi; i pneumatici vengono lavati solo nei punti colpiti dai getti, il resto viene solo bagnato dall’acqua nebulizzata;
- non vengono lavate per nulla la carrozzeria, la scocca e l’interno dei pneumatici (foto 5 e 6);
- se il camion sopravanza la zona dei getti, non viene lavato nemmeno l’esterno dei pneumatici anteriori (foto 2 e 7);
- a causa del sistema di lavaggio a camion fermo, i vecchi getti situati nella prima metà del tunnel spruzzano a vuoto (foto 8): ciò non solo rappresenta uno spreco d’acqua ma comporta anche un sovraccarico dell’impianto di depurazione e ricircolo (per la maggior portata da trattare, infatti, le acque usate sedimentano male e i frammenti residui favoriscono l’intasamento dei fori dai quali fuoriescono i getti);
- a valle dell’impianto la strada, bagnata, viene subito sporcata dai camion dei blocchi (esonerati dal lavaggio) (foto 9); così anche i camion lavati, transitando sulla fanghiglia che ricopre l’asfalto, generano spruzzi (foto 10): se anche fossero ben puliti si sporcherebbero immediatamente di nuovo.
L’insistenza del Comune a mantenere esonerati dal lavaggio i camion dei blocchi, i fuoristrada e le auto di cava, peraltro, vanifica dunque il lavaggio stradale quotidiano (foto 11 e 12) lungo tutto il percorso dall’impianto di lavaggio alla città: dopo mezzora di transito, infatti, la strada è nuovamente sporca.
Supplire all’incompetenza impiantistica con lancia idropulitrice a mano
In conclusione, anche questi ultimi interventi confermano l’approssimazione e la mancanza di professionalità che hanno caratterizzato tutta la storia dell’impianto di Torano.
Considerata questa incorreggibile quanto disarmante approssimazione, tanto vale desistere da chiedere ulteriori tentativi di miglioramento dell’impianto.
Non resta che supplire alle carenze impiantistiche presidiando l’impianto con addetti muniti di lancia idropulitrice per pulire la carrozzeria, l’interno dei parafanghi e ogni altra parte rimasta sporca (individuabile a vista). Per non vanificare anche questo lavaggio è indispensabile estendere l’obbligo del lavaggio a fuoristrada, auto di cava e camion dei blocchi.
Carrara, 20 maggio 2010
Legambiente Carrara
Per saperne di più:
Sulle inefficienze dell’impianto di lavaggio camion di Torano:
Lavaggio camion di Torano: le nostre proposte per l’impianto della vergogna (20/9/2008)
Le polveri evitabili – 2. L’impianto della vergogna (VIDEO, 25/8/2010) durata: 10’ 51”