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Porto turistico: un protocollo d’intesa nell’interesse di chi o a favore di che cosa?

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Porto turistico: nessun vantaggio

Senza dubbio Marina di Carrara e il suo Porto avrebbero bisogno di grandi intese, ma di ben altro tenore rispetto a quanto ultimamente approvato dai Consigli Comunali di Massa e di Carrara.

Il protocollo licenziato dai Consigli Comunali, infatti, lancia criticità e non serve al territorio.

L’idea di un porto turistico localizzato tra le foci del Torrente Carrione e del Fosso Lavello non pare servire a nulla.

Non serve ad un rilancio turistico ed ad una riqualificazione territoriale di Marina di Carrara; la struttura é infatti localizzata in pratica fuori da Marina di Carrara.
Non pare servire ad una valorizzazione turistica della Riviera apuana; la scelta risulta osteggiata da molti dei principali attuali operatori economici del settore (campeggiatori, stabilimenti balneari).

Non serve ad un serio e lungimirante sviluppo della nautica da diporto nella nostra zona; il porto infatti nasce già sottodimensionato, con fondali naturali insufficienti per il diporto di grande stazza e per le navi da diporto (ossia per quelle utenze che portano reddito e posti di lavoro), privo di spazi a terra per strutturati e redditizi servizi (refitting – cantieristica), privo di una imboccatura di entrata ed uscita sicura, praticabile con ogni condizione meteo-marina.


Tante criticità

Al contrario le proposte scaturite dal protocollo d’intesa siglato, lanciano svariate criticità per il territorio, che vanno anche oltre l’ambito di Marina di Carrara.

Anzitutto gli ormai stra-accertati problemi di pesante erosione costiera a sud del Porto di Marina di Carrara (i recenti eventi di maltempo ne sono l’ennesima prova), per i quali è dimostrato che un ulteriore grande sviluppo verso sud delle strutture portuali a mare porterebbe amplificazioni dei fenomeni già in atto.

Strettamente connessi sono i problemi di rilevante rischio idrogeologico causati da una pesante modifica ed ulteriore artificializzazione dello sbocco a mare del fiume Carrione; rischi che si concretizzerebbero con accertati fenomeni di insabbiamento ed occlusione della foce e dunque di rilevante aumento delle possibilità di esondazione del fiume e di allagamento di Marina.

Infine, ma non ultimo per importanza, l’ulteriore consumo e cementificazione di costa, di un tratto di costa che invece oggi si presenta ancora libero, aperto, uno degli ultimissimi affacci disponibili sul mare privo di costruzioni all’interno di un litorale pesantemente urbanizzato e sfruttato; un affaccio che potrebbe costituire un importantissimo elemento di riqualificazione e di fruizione pubblica del litorale apuano.

A fronte di una tale idea di porto turistico, il pesante sviluppo mercantile ed industriale dell’attuale struttura portuale associa danni irreversibili che patirebbe l’abitato di Marina. Un tale sviluppo industriale-mercantile del porto ammazzerebbe definitivamente le prospettive turistico-commerciali-residenziali di Marina, relegandola probabilmente ad una periferia marginale dell’attigua Versilia.

 

Nell’interesse di chi?

Nel complesso le prospettive che delinea il protocollo d’intensa risultano sganciate da reali esigenze del territorio e da sostenibili sviluppi per lo stesso, non tengono in considerazione la vivibilità degli abitati interessati e le fondamentali relazioni che le infrastrutture portuali devono avere con gli spazi urbani che vi stanno attorno, proponendo ancora una volta uno sviluppo basato su antiquati indirizzi produttivistici e di consumo di risorse.

A cosa serve, dunque, un porto turistico tra le foci del Torrente Carrione e del Fosso Lavello? Nell’interesse di chi è? A favore di che cos’è?

Ci pare veramente impossibile trovare delle risposte, se non il banale risultato di un equo compromesso tra dannosi campanilismi o, ancor peggio, la promozione di ristretti interessi particolaristici.

Carrara, 3 gennaio 2010
Legambiente Carrara

 



Per saperne di più:

Sul porto commerciale e turistico e sul water front:

Basta al consumo del litorale: ospitare il porto turistico all’interno di quello commerciale (13/12/2010)

Porto turistico: le osservazioni al progetto Caltagirone (19/9/2010)

Dal processo partecipativo sul water front: una lezione di democrazia (19/7/2010)

Il percorso partecipativo sul water front promosso da AmareMarina: quale futuro per il fronte mare? (30/6/2010)

Le manovre per l’ampliamento del porto. Le associazioni scrivono al Ministro dell’Ambiente (13/1/2007)

Legambiente nazionale chiede al Ministero dell’Ambiente di partecipare al tavolo tecnico sul porto (4/8/2006)

Sulla partecipazione alle scelte sul futuro della città:

Il garante regionale: «il regolamento del Comune di Carrara è legittimo, ma senza partecipazione non c’è buon governo del territorio» (23/8/2010)

Le associazioni scrivono al garante della Toscana «il Comune di Carrara svuota la legge sulla partecipazione» (17/8/2010)

Il Comune stravolge il regolamento regionale sul garante della comunicazione! Intervento in consiglio comunale (26/7/2010)

Dal processo partecipativo sul water front: una lezione di democrazia (19/7/2010)

Il percorso partecipativo sul water front promosso da AmareMarina: quale futuro per il fronte mare? (30/6/2010)

Legambiente e Coldiretti chiedono un processo partecipativo per la variante al Piano Strutturale (19/1/2010)

Variante al piano strutturale: violata la legge sulla partecipazione. Appello al Difensore Civico regionale (26/10/2009)

ZTL: un’occasione di partecipazione sprecata (21/3/2009)

 


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