La variate al Piano Strutturale: via libera alla cementificazione
Come è noto, l’Amministrazione comunale sta ultimando la procedura per l’approvazione della variante al Piano strutturale.
Abbiamo già avanzato pesanti critiche a questo documento che, abbattendo le salvaguardie messe in atto dal Piano Pontuale (i cosiddetti “lacci e lacciuoli” che tanto disturbano i nostri politici locali), apre la strada alla cementificazione selvaggia di quel poco di verde che resta nel nostro territorio, già così martoriato da chi lo governa.
L’area della Fossa Maestra: una storia di appetiti e illegalità
Vogliamo oggi soffermarci su un aspetto particolare della variante che riteniamo emblematico anche per i risvolti etici che presenta.
Si tratta della Fossa Maestra, là dove con anni di battaglie Legambiente è riuscita a far abbattere un piccolo ecomostro la cui costruzione è stata ritenuta illegittima dall’organo giudicante più alto, cioè la Cassazione.
La storia è nota: l’area era destinata dal vecchio Piano strutturale ad attrezzature balneari e simili; il Comune permise di edificarvi un residence ma i costruttori, prima ancora di finire l’opera, pubblicizzavano sulla stampa appartamentini a due passi dal mare.
Grazie all’intervento della magistratura, su sollecitazione degli ambientalisti, tutto fu bloccato e il rischio cemento scongiurato.
Il successivo Piano strutturale, quello Pontuale, definì quell’area zona umida e stabilì che si trattava di una invariante (una zona “intoccabile”).
Legambiente presentò un progetto di riqualificazione dell’area che prevedeva la ricostruzione delle dune, un percorso ricreativo-naturalistico e la realizzazione di un fitodepuratore per le acque della Fossa Maestra in modo da rendere balneabile il mare antistante.
L’idea piacque e Arpat, Amia e Comune la fecero propria, anzi il Comune la inserì pari pari nel Piano dell’arenile e commissionò la progettazione del fitodepuratore alla coop. Ambiente.
Acquisto incauto o lungimirante?
Nel frattempo, un signore, apparentemente un po’ ingenuo, acquistava un bel pezzo di quel terreno, sul quale non si poteva costruire proprio un bel nulla. Certo un tipo incauto!
Ma il tempo passa, l’area è sempre là con lo scheletro del residence ormai abbattuto e la zona retrodunale che non si concretizza.
Il tipo “ingenuo”, tanto per non aver speso invano i suoi soldi, cerca di far fruttare quel terreno allestendo un bel parcheggio e dando, di volta in volta, ospitalità a circhi, cocomerai e a qualche baracchino di merce varia, tutte attività incompatibili con l’area umida, ma il Comune di Carrara è buono e non interviene.
Il tempo però è galantuomo. Oggi c’è una nuova amministrazione e avanza il progetto di variante al Piano strutturale.
Nonostante le rassicurazioni dell’assessore Vannucci, sembra che l’area umida non sia più un’invariante, anzi viene deperimetrata e inserita in quel Piano dell’arenile che sarebbe tanto bello, ma che si può comodamente variare in una seduta del Consiglio comunale.
Cosa fa oggi quel signore “incauto”? Il presidente della commissione urbanistica!
E quel signore un po’ incauto che aveva comprato un terreno intoccabile, ma in futuro non più, che fa oggi?
Ve lo diciamo noi: fa il presidente della commissione urbanistica, proprio quella che ha deperimetrato il suo terreno!
La conclusione della storia qual è? Che quel signore forse non era poi così ingenuo!
Se è sacrosanto sollevare il conflitto d’interessi a Roma, non sarebbe male porsi il problema anche a Carrara.
Quello della Fossa Maestra è, dunque, un caso emblematico di come gli interessi collettivi vengono piegati a quelli personali.
Chiediamo pertanto all’Amministrazione comunale di recedere da questa scelta e, anzi, di realizzare finalmente la riqualificazione naturalistica dell’area.
Carrara, 25 ottobre 2009
Legambiente Carrara
Per saperne di più:
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