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Polveri sottili: il direttore generale del Comune, Tonelli, dà lezioni sulla direttiva senza averla letta

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Le affermazioni di Tonelli: un concentrato di errori e inesattezze

Nella risposta del Comune, affidata incautamente a Marco Tonelli, si accusa Legambiente di fare disinformazione creando un ingiustificato allarmismo sul problema delle polveri sottili, che meriterebbe maggior attenzione e serietà.

Scendendo nel merito, Tonelli si sbilancia in una serie di inesattezze e di errori grossolani, inammissibili per un Direttore generale.

Ma procediamo con ordine. Secondo Tonelli, poiché la nuova Direttiva europea 2008/50 ha abrogato le precedenti disposizioni, dal 1° gennaio 2010 non entrerebbero in vigore i limiti più restrittivi previsti dal Decreto Min. 60/2002.

In effetti, dopo due anni di serrato confronto tra il Parlamento e la Commissione europea e di forti pressioni di lobby industriali, è stato raggiunto un compromesso salomonico: la direttiva, respingendo sia la già prevista entrata in vigore dei limiti ben più restrittivi sia la richiesta delle lobby di limiti ancor più permissivi, ha mantenuto fermi i limiti di legge del PM10 (40 µg/m3 come media annua, 50 µg/m3 come media giornaliera, con un massimo di 35 superamenti annui).

 

Tonelli non ha letto la direttiva o non l’ha capita?

Se però Tonelli avesse letto con la dovuta attenzione la direttiva, avrebbe compreso che essa ha abrogato solo le 5 precedenti disposizioni comunitarie, non certo quelle nazionali. Pertanto, finché l’Italia non recepirà la direttiva nel proprio ordinamento, resterà in vigore il D.M. 60/2002 che, dal 1° gennaio 2010, prevede limiti di 20 µg/m3 come media annua (anziché 40) e riduce a 7 (anziché 35) i superamenti annui del limite giornaliero.

Non si vede però perché Tonelli dovrebbe scaldarsi tanto.

Dal 2005 ad oggi non vi è stato un anno in cui alla Lugnola siano stati rispettati i limiti di legge: perché il Comune dovrebbe temere limiti più severi, visto che potrebbe tranquillamente continuare a non fare nulla come ha fatto finora, ignorando perfino un’ordinanza del tribunale?

Segue poi una doppia “perla” di Tonelli: mette in dubbio che i dati forniti dalle centraline siano sottostimati del 25% e afferma che, in ogni caso, la direttiva ammette un margine di tolleranza del 50% per cui, anche se i dati fossero sottostimati resterebbero conformi alla normativa.

 

La sottostima del PM10: è riconosciuta dagli organi scientifici, ma non da Tonelli

Sul primo punto ci limitiamo ad esporre i fatti: le verifiche fatte col metodo gravimetrico (EN 12341, quello ufficiale) hanno accertato una sottostima del 25%; chi volesse verificarlo di persona può leggere il documento dell’ARPAT pubblicato sul suo sito.

La stessa sottostima è stata accertata dall’università di Genova nella perizia per il Tribunale.

Infine per l’Agenzia nazionale per la Protezione dell’ambiente, la sottostima del metodo a raggi beta (quello usato dalle centraline di Carrara) è addirittura del 30%.

 

Quello che Tonelli non ha capito: le condizioni per l’applicazione del margine di tolleranza al PM10

Sul secondo punto suggeriamo a Tonelli di leggere la direttiva (anziché darle solo una sbirciatina) prima di insinuare che Legambiente non la conosca: se l’avesse letta saprebbe che, ai sensi dell’art. 13, il margine di tolleranza al quale si riferisce si applica a norma degli art. 22 punto 3 e 23 punto 1.

In poche parole, per usufruire di tale tolleranza l’Italia avrebbe dovuto richiedere all’Europa una proroga per Carrara, dimostrando che il superamento dei valori limite per il PM10 non è dovuto ai camion, ma a caratteristiche di dispersione specifiche del sito (inesistenti), a condizioni climatiche avverse (in realtà sono favorevoli) o a (inesistente) inquinamento proveniente da altri Stati; avrebbe dovuto inoltre presentare un piano per la qualità dell’aria, accompagnato da una cinquantina di tipi di informazioni dettagliate, e dimostrare tra l’altro che sono state adottate tutte le misure necessarie, nonché dimostrare che le misure del piano stesso permettono effettivamente di raggiungere i valori limite.

Dunque, se anche l’Italia avesse presentato tale richiesta, l’Europa l’avrebbe bocciata, non sussistendone le condizioni.

 

La correzione retroattiva dei dati sottostimati è espressamente prevista dalla direttiva

Ancora: se Tonelli avesse letto la direttiva, non avrebbe rivolto a Legambiente l’accusa di rielaborare in modo improprio i dati ARPAT (che, se aumentati del 25%, porterebbero i superamenti del PM10 dall’inizio dell’anno da 25 a 46), visto che la direttiva (All. VI, B.4) prevede espressamente la correzione retroattiva (anche per gli anni precedenti) dei dati sottostimati (come quelli di Carrara), nonché, in caso di violazioni delle norme nazionali (come nel caso del Comune di Carrara), «sanzioni effettive, proporzionate, dissuasive».

 

Riconosciamo i meriti del Comune: tollerando lo smatimento abusivo al monte ha ridotto i camion a valle

Quanto al miglioramento del PM10 abbiamo già riconosciuto al Comune i suoi meriti in quanto, consentendo lo smaltimento abusivo di migliaia di tonnellate di terre nelle nostre montagne, ha permesso una consistente riduzione del numero di camion e, quindi, del PM10.

Quanto al dichiarato impegno a tutela della salute, dobbiamo purtroppo prendere atto che per il Comune la salute dei cittadini è talmente importante da non meritare nemmeno lo sforzo di misure che non costano nulla (es. far viaggiare i camion delle scaglie col cassone coperto), figuriamoci se intende sprecare soldi per un nuovo impianto di lavaggio o anche solo per rendere decoroso l’attuale impianto della vergogna di Torano.

 

In un Comune serio Tonelli avrebbe già perso il posto, ma a Carrara può aspettarsi un premio

In conclusione, la superficialità mostrata da Tonelli è tale che in un Comune serio gli sarebbe già costata il ben remunerato posto da Direttore Generale.

Ma Tonelli non ha ragione di preoccuparsi: a Carrara la competenza e la serietà sono doti meno apprezzate del saper condurre il carro dove vuole il padrone.

Carrara, 24 settembre 2009
Legambiente Carrara

 



Per saperne di più:

Leggi la dichiarazione originale del direttore generale Marco Tonelli:

Il direttore generale Tonelli: Legambiente non conosce le leggi e fa ingiustificato allarmismo, dovrebbe vergognarsi! (22/9/2009)

Sulla sottostima del PM10 rilevato dalle centraline, leggi il documento dell’ARPAT:

Documento ARPAT: la sottostima del PM10 da parte delle centraline di Carrara (10/7/2009)

La normativa nazionale ed europea sulla qualità dell’aria:

La normativa nazionale ed europea sulla qualità dell’aria (30/10/2010)

Sullo smaltimento abusivo delle terre:

Smaltimento terre di cava: per smuovere il Comune ci vuole il TG (29/11/2011)

Le polveri evitabili – 3. (quelle del sindaco) (VIDEO, 16/9/2010) durata: 18’ 05”

I bisonti del marmo: polveri a volontà (VIDEO, 15/4/2010) durata: 7’ 13”

Fanghi di cava gratis su Miseglia (VIDEO 28/12/2010) durata: 10′ 26″

Cosa (non) si fa per la protezione delle sorgenti? (16/1/2010)

Nubifragio: sorgenti torbide per lo smaltimento abusivo delle terre (11/7/2009)

Ponti di Vara: altri due smaltimenti abusivi di terre di cava (7/6/2009)

Via d’arroccamento Calacata: ancora uno smaltimento abusivo di terre (1/4/2009)

Pulcinacchia: è bastata una pioggia per spazzare via le terre abusive e le rassicurazioni del sindaco (6/3/2009)

Cave, terre, detriti: ma è poi così difficile far rispettare le regole? (28/2/2009)

Via d’arroccamento Pulcinacchia: documentato lo smaltimento abusivo di terre (17/2/2009)

Sulla tolleranza del Comune verso lo smaltimento abusivo delle terre:

Il sindaco rassicura: lo smaltimento delle terre è monitorato. Infatti lo è, ma aumenta continuamente! (24/8/2009)

Pulcinacchia: smaltimento abusivo di terre. Il sindaco si precipita a scagionare i responsabili (20/2/2009)

Smaltimento abusivo di terre nelle cave. Il segretario generale Tonelli istiga al reato (16/2/2009)

Cave e terre: quando l’illegalità diventa diritto acquisito (col beneplacito del sindaco) (13/2/2009)

 


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