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C’è un futuro per le cave?

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Cave: prerequisiti per un futuro sostenibile

I prerequisiti per un futuro sostenibile delle cave di marmo sono elementari: un’imprenditoria seria –che sappia fare sistema, puntando sulla qualità e sull’innovazione– e un’amministrazione comunale seria, che favorisca l’intera filiera anziché la sola estrazione (nella capitale mondiale del marmo, i laboratori artistici, un tempo numerosi, sono oggi quasi scomparsi) e abbandoni la politica del laisser faire.

 

Il mancato rispetto delle leggi

Il regolamento sugli agri marmiferi consente l’escavazione esclusivamente per l’estrazione del marmo ornamentale e il recente piano regionale la consente purché i blocchi rappresentino almeno il 25% della quantità totale escavata.

Eppure basta fare due calcoli elementari sui dati dei quantitativi escavati (forniti dallo stesso comune) per vedere che negli ultimi 4 anni (2005-2008), in 26 cave (sulle 89 totali) i blocchi sono solo lo 0-10% dell’escavato e in altre 29 sono solo il 10-25%. In altre parole, il 61% delle cave non rispetta né il piano regionale né il regolamento sugli agri marmiferi.

Passando dal materiale più pregiato a quello più scadente (le terre, il cui smaltimento in discarica rappresenta un costo per l’impresa), sempre negli ultimi 4 anni, abbiamo 30 cave (ben un terzo delle cave totali) che ne hanno trasportato a valle quantitativi irrisori (meno del 3% dei materiali totali trasportati), 12 delle quali non ne hanno smaltito nemmeno un chilo.

 

Il Far West alle cave: la cruda realtà

Questi pochi dati bastano per comprendere che il far west alle cave non è una definizione ad effetto, ma la cruda realtà.

Al monte, dunque, non solo l’abuso è la regola, ma è un fenomeno crescente: basti pensare che nel triennio 2006-2008 il quantitativo di blocchi è rimasto invariato (+0,3%), mentre le terre (rifiuto senza valore) si sono dimezzate (-49,5%).

 

L’illegalità è il frutto della compiacente tolleranza del Comune

Eppure per il mancato rispetto delle prescrizioni del piano d’escavazione (tra le quali lo smaltimento delle terre), il regolamento comunale prevede la revoca dell’autorizzazione.

È dunque del tutto evidente che questa illegalità dilagante può sussistere e crescere solo grazie alla compiacente tolleranza da parte del Comune.

 

La miopia degli imprenditori e del Comune

La miopia degli imprenditori e del Comune sta nel non voler comprendere che questa illegalità non solo non favorisce l’industria marmifera, ma rappresenta la principale minaccia per il suo futuro.

Da una parte, infatti, l’inquinamento delle sorgenti, la devastazione delle montagne (trasformate in un’immensa discarica), le polveri sottili, la forte usura delle strade causata dai camion del marmo e mille altri disagi acuiscono la conflittualità sociale, minando alla radice quelle prospettive di serenità e stabilità che sono il bene più prezioso per lo sviluppo di qualunque azienda.

Dall’altro lato, infine, la tolleranza degli abusi favorisce l’escavazione da rapina e ad alto impatto ambientale, finendo per danneggiare anche gli industriali più dinamici e avanzati dal punto di vista imprenditoriale.

Carrara, 26 agosto 2009
Legambiente Carrara

 



Per saperne di più:

Sullo smaltimento abusivo delle terre:

Smaltimento terre di cava: per smuovere il Comune ci vuole il TG (29/11/2011)

Le polveri evitabili – 3. (quelle del sindaco) (VIDEO, 16/9/2010) durata: 18’ 05”

I bisonti del marmo: polveri a volontà (VIDEO, 15/4/2010) durata: 7’ 13”

Fanghi di cava gratis su Miseglia (VIDEO 28/12/2010) durata: 10′ 26″

Cosa (non) si fa per la protezione delle sorgenti? (16/1/2010)

Nubifragio: sorgenti torbide per lo smaltimento abusivo delle terre (11/7/2009)

Ponti di Vara: altri due smaltimenti abusivi di terre di cava (7/6/2009)

Via d’arroccamento Calacata: ancora uno smaltimento abusivo di terre (1/4/2009)

Pulcinacchia: è bastata una pioggia per spazzare via le terre abusive e le rassicurazioni del sindaco (6/3/2009)

Cave, terre, detriti: ma è poi così difficile far rispettare le regole? (28/2/2009)

Via d’arroccamento Pulcinacchia: documentato lo smaltimento abusivo di terre (17/2/2009)


Sulla tolleranza del Comune verso lo smaltimento abusivo delle terre:

Il sindaco rassicura: lo smaltimento delle terre è monitorato. Infatti lo è, ma aumenta continuamente! (24/8/2009)

Pulcinacchia: smaltimento abusivo di terre. Il sindaco si precipita a scagionare i responsabili (20/2/2009)

Smaltimento abusivo di terre nelle cave. Il segretario generale Tonelli istiga al reato (16/2/2009)

Cave e terre: quando l’illegalità diventa diritto acquisito (col beneplacito del sindaco) (13/2/2009)

Sulle cave che da anni producono quantità elevatissime di detriti e pochi o niente blocchi:

Controversia sulla disposizione del giudice Bartolini di sospendere l’asportazione dei ravaneti per ridurre i camion e il PM10 (29/8/2010)

Cave, terre, detriti: ma è poi così difficile far rispettare le regole? (28/2/2009)

I dati 2006 sulle cave fuorilegge confermano quelli 2005: blocchi 17%, detriti 83% (27/2/2007)

Ecco i primi dati (2005) sulle cave fuorilegge: 17% blocchi, 83% detriti (3/1/2007)

  Costi esterni della filiera marmo C.R.E.D. Versilia, 2006 (392 KB)

Sulle problematiche tra cave e inquinamento delle sorgenti:

Cosa (non) si fa per la protezione delle sorgenti? (16/1/2010)

Nubifragio: sorgenti torbide per lo smaltimento abusivo delle terre (11/7/2009)

Gestire le cave rispettando l’ambiente e i cittadini: le proposte di Legambiente (11/1/2007)

Assindustria protesta per l’ordinanza alle due cave che inquinano le sorgenti. Ha ragione: l’ordinanza dovrebbe essere estesa a tutte le cave! (25/6/2007)

Ordinanza a due cave che inquinano le sorgenti. Era ora! Bravo sindaco! (21/6/2007)

A difesa delle sorgenti: occorre trasparenza e porre ordine alle cave (21/3/2006)

Come le cave inquinano le sorgenti (conferenza, illustrata) (17/3/2006)

Come le cave inquinano le sorgenti. Ecco le prove. Come evitarlo (Conferenza, relazione di Giuseppe Sansoni, 17/3/2006: PDF, 3,2 MB)

Conferenza Cave e inquinamento sorgenti       (17/3/2006) (pps: 11,2 MB)

Inquinamento delle sorgenti. Mancano i filtri? No, manca la prevenzione! (4/12/2005)

 


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