ZTL: una scelta giusta, ma un percorso sbagliato
Come Legambiente siamo ovviamente molto favorevoli all’istituzione della ZTL nel centro storico, anzi ci sembra che la APU, l’area pedonale urbana, limitata a poche strade sia anche troppo ridotta.
Riteniamo però che il percorso seguito dall’Amministrazione per arrivare alla realizzazione della ZTL sia stato sbagliato ed abbia finito per rendere invisa una scelta che altrove (Sarzana, Pietrasanta, per ricordare città vicine) si è rivelata felice e vantaggiosa per cittadini e commercianti.
Dando per scontato che l’istituzione della ZTL provoca sempre qualche protesta tra i residenti e tra chi lavora in città, in quanto mette bruscamente in discussione stili di vita ormai consolidati e comporta un sensibile aggravio economico, quello che sta succedendo a Carrara, con opposizioni trasversali e polemiche molto accese, conferma che non è più possibile per una amministrazione calare le proprie scelte dall’alto e agire in modo autoreferenziale.
Il percorso giusto: un processo partecipativo
L’istituzione della ZTL avrebbe potuto diventare una scelta condivisa con la popolazione se l’amministrazione avesse colto l’occasione per avviare, nello spirito della legge regionale sulla partecipazione, un processo partecipativo che coinvolgesse tutta la cittadinanza nella individuazione degli obiettivi (rendere più vivibile la città) e soprattutto delle modalità per conseguirli (ZTL, parcheggi esterni, arredo urbano, pulizia, iniziative per rivitalizzare il commercio e il turismo…).
Certo discutere con tutti e non solo con i gruppi dirigenti di alcune categorie può essere faticoso, ma sarebbe stato premiato dal raggiungimento di scelte largamente condivise, dalla crescita del consenso, dalla solidarietà dei cittadini e dalla marginalizzazione delle critiche residuali.
Suggerimenti spiccioli, a frittata fatta
Constatato che ormai la frittata è fatta, ci limitiamo a segnalare alcuni piccoli accorgimenti che, oltre alla risoluzione del problema dei parcheggi, potrebbero mitigare l’opposizione alla ZTL.
Ad esempio, per ridurre le auto, gli enti che hanno uffici in città (a cominciare da Comune, ospedale, ASL) potrebbero concordare col CAT tariffe agevolate per i propri dipendenti e un’intensificazione dei bus nelle ore di punta.
Anche le alte tariffe dei parcheggi, facendo sorgere il fondato sospetto di sfruttare la ZTL per far cassa, hanno finito per rendere contrari alla ZTL anche i potenziali favorevoli: una riduzione delle tariffe e la previsione del pagamento per i soli minuti in cui il parcheggio viene effettivamente utilizzato aiuterebbero certamente ad accrescere il consenso.
La lezione per il futuro: il processo partecipativo
Ma ciò che ci preme maggiormente è suggerire al Comune il metodo del processo partecipativo per ogni scelta importante e ricordare che partecipazione non significa annunciare una scelta e poi ascoltare la voce dei cittadini: anche un’iniziativa in sé giusta, per il solo fatto di essere annunciata come già decisa, solleva inevitabilmente critiche e produce ritardi di anni.
Il metodo partecipativo, al contrario, non parte dalla scelta di una soluzione precostituita, ma dai problemi (città congestionata, piazze storiche deturpate dalle auto, centro storico invivibile per i pedoni…) e coinvolge i cittadini nell’individuazione delle possibili soluzioni (che possono comprendere o meno una ZTL).
Partecipazione fin dall’inizio: se alla fine è troppo tardi!
L’apertura di un ufficio informazioni (quale quello del piano per la disciplina della sosta) non deve essere l’ultimo passo del procedimento, a scelte compiute, ma il primo: l’apertura di una “casa dei cittadini”, un luogo in cui essi possano presentare proposte, esporre timori, ricevere documentazione sui problemi e sulle proposte (continuamente aggiornate), vedere cartografie, valutare scenari alternativi delle proposte di soluzione.
Per una buona riuscita del processo è essenziale individuare e coinvolgere fin dall’inizio tutte le categorie sociali interessate, con l’obiettivo di far emergere subito i conflitti, individuare “chi ci guadagna e chi ci perde”, cercare misure che compensino chi ci perde.
È utile un sito web dedicato a raccogliere le proposte e a rendere accessibile a tutti tutta la documentazione prodotta (compresi i verbali degli incontri).
La partecipazione è una cosa seria, non semplici incontri!
Insomma, un processo partecipativo non è ascoltare il coro spontaneo di critiche o approvazioni, né organizzare incontri assembleari, ma un metodo di partecipazione strutturato e organizzato, con tanto di figure professionali specifiche (responsabili, mediatori, facilitatori, moderatori), volto non a tacitare i dissensi, ma a facilitare l’espressione di tutti e la ricerca di soluzioni win-win (“vincenti-vincenti”, che cioè non lascino nessuno peggio di prima) che massimizzino i benefici e minimizzino gli svantaggi.
Noi siamo convinti che tale processo avrebbe portato alla realizzazione di una ZTL ben più estesa dell’attuale, con un vasto consenso, meno disagi e costi per i residenti e per chi lavora in città e il tutto anche in tempi più brevi e senza intoppi! Ci auguriamo che l’amministrazione sappia riflettere su questa esperienza e sappia comprendere la necessità e l’opportunità di adottare il metodo partecipativo per tutte le scelte future di una certa importanza.
Carrara, 21 marzo 2009
Legambiente Carrara
Per saperne di più:
Sulla partecipazione alle scelte sul futuro della città:
Dal processo partecipativo sul water front: una lezione di democrazia (19/7/2010)
Il percorso partecipativo sul water front promosso da AmareMarina: quale futuro per il fronte mare? (30/6/2010)
Legambiente e Coldiretti chiedono un processo partecipativo per la variante al Piano Strutturale (19/1/2010)
Variante al piano strutturale: violata la legge sulla partecipazione. Appello al Difensore Civico regionale (26/10/2009)