L’asfaltatura e pulizia delle vie d’arroccamento sono obblighi di legge, così come il cassone a tenuta
Il codice della strada prescrive ai titolari di strade private l’asfaltatura degli innesti alla viabilità ordinaria e l’obbligo di evitare lo scolo in essa delle acque, nonché apporti di fanghi o altri materiali.
L’ordinanza comunale del 2005 ribadisce tali obblighi, precisando che i titolari di cava sono tenuti alla pulizia e alla rimozione delle terre depositate sulla strada; a tali obblighi aggiunge quello dei cassoni a tenuta, per evitare lo scolo di fanghi lungo il percorso urbano poiché questi, una volta disseccati, sono risollevati dal transito veicolare e, perciò, fonte di polveri sottili.
Ma la tolleranza verso gli inadempienti è illimitata
Lo stato di applicazione dell’ordinanza lascia molto a desiderare: a causa «dell’intollerabile tolleranza» dimostrata dal Comune nei confronti degli imprenditori, infatti, l’innesto della via di arroccamento di diverse cave non è ancora stato asfaltato (solo pochi giorni fa abbiamo segnalato il caso delle cave di Pulcinacchia).
Quanto al rispetto dell’obbligo di pulire le strade, l’ordinanza vale meno delle grida manzoniane: a memoria d’uomo non s’è mai vista una pulizia delle strade effettuata dai titolari di cava o dell’autotrasporto!
Così le strade diventano fiumi di fango
Ma va detto che, quand’anche tutti gli innesti fossero asfaltati, buona parte del problema resterebbe irrisolto: nei giorni con forti piogge, infatti, le vie di arroccamento diventano fiumi di fango e detriti che –superato il breve tratto di innesto asfaltato– si riversano sulle strade pubbliche; in parte si depositano ai margini della carreggiata (Fig. 1) e in parte vengono trasportati dalle ruote dei camion fin sulle strade urbane.
La marmettola e i fanghi seminati dai cassoni non a tenuta completano l’opera.
Buona parte del problema deriva dalla pendenza delle vie d’arroccamento
La ragione di entrambi gli inconvenienti è molto semplice: per la loro pendenza, le vie di arroccamento sono la via preferenziale per lo scolo delle acque che dilavano le cave e i ravaneti; per lo stesso motivo, finché i camion vanno in discesa, i fanghi restano nel cassone mentre nei tratti in salita o in piano vengono riversati sulla strada dal portellone posteriore (Fig. 2).
L’uovo di Colombo: invertire la pendenza dell’innesto delle vie d’arroccamento
Da ciò l’idea: perché non invertire la pendenza dell’innesto delle vie di arroccamento?
In questo modo, i fanghi e i detriti che scorrono sulle vie di arroccamento risparmierebbero almeno la viabilità ordinaria, non potendo superare il tratto in salita.
Ovviamente occorrerà predisporre un adeguato recapito e smaltimento delle acque. Come vantaggio collaterale, in quest’ultimo tratto in salita, i cassoni dei camion si scaricherebbero della maggior parte dei fanghi, riducendo grandemente le perdite in città. L’idea è mostrata negli schizzi delle figure 3, 4 e 5.
La soluzione è geniale: un vero e proprio uovo di Colombo!
Il merito dell’idea? Di un cavatore. Il Comune prestera ascolto?
Quante probabilità abbiamo di veder realizzata l’idea? Nessuna, a giudicare dall’attenzione finora prestata dal Comune alle nostre proposte.
Tuttavia questa volta l’idea non è nostra: il merito è tutto di un cavatore; ci auguriamo –anche per questo– che trovi maggior rispetto, attenzione e considerazione di quelli riservati alle nostre proposte.
Carrara, 13 dicembre 2008
Legambiente Carrara
Nota di redazione:
Naturalmente il Comune non ha prestato alcuna attenzione alla proposta.