Gatta ci cova! Dopo la sentenza, commenti pacati di Comune e industriali: intendono eluderla?
La sentenza del tribunale sulle polveri è una vittoria della società civile sui soprusi e sulle connivenze e non può che rallegrare tutti i cittadini.
Adesso si tratta di vigilare per impedire che la sentenza venga elusa, ben consapevoli che il Comune ha già dato ampia prova di violazione della legalità (basti pensare alla mancata applicazione dell’ordinanza sul fermo camion).
Per quanto possa apparire strano, i commenti pacati alla sentenza da parte di Assindustria, di Confartigianato e del sindaco sono inquietanti: ci fanno temere che –macchiavellicamente– si tenti di rispettare formalmente la sentenza, ma di eluderla nella sostanza.
Sospendere lo sfruttamento dei ravaneti? Formalmente sì, purché non cambi nulla!
Vediamo un punto centrale della sentenza: il sindaco deve autorizzare «l’asporto di scaglie di marmo e di detriti solo per quanto deriva dall’attività estrattiva corrente, escludendo lo sfruttamento dei ravaneti già consolidati fino all’apertura della strada dei marmi, con limitazione progressiva tendente allo zero nel termine di tre mesi».
Assindustria concorda sul bloccare la rimozione dei ravaneti “remoti e lontani dalla cava”, ma mette le mani avanti precisando che bisognerà distinguere “quando è necessario asportare scaglie e detriti per poter lavorare la cava”.
In linea di principio è un’argomentazione ragionevole e innocente ma la sua traduzione pratica può essere molto pericolosa. Secondo il Comune, infatti, tutte le attuali autorizzazioni all’asportazione riguardano ravaneti la cui presenza ostacola l’attività di cava: nessun ravaneto “remoto” è soggetto ad asportazione.
Dunque, incrociando il “distinguo” di Assindustria con la posizione del Comune, emerge il rischio che si stiracchi l’interpretazione della sentenza lasciando le cose assolutamente immutate.
La realtà delle cave: 17% in blocchi, 83% in detriti
Per rinfrescare la memoria, riportiamo la sintesi dei dati del 2006 fornitici dal Comune.
Fonte dati: Comune Carrara. Elaborazione: Legambiente.
Le 84 cave attive trasportano a valle 5.246.673 ton, di cui l’83% rappresentato da detriti e solo il 17% da blocchi.
Un terzo delle cave ha una % di detriti del 90-100% !
Ma questa è solo la situazione complessiva: ben 28 cave hanno una percentuale di detriti compresa tra il 90 e il 100%; un terzo (il 33,6%) di tutti i detriti che attraversano Carrara proviene da queste 28 cave; 5 di esse, addirittura, hanno estratto solo detriti (nemmeno un blocco).
Altre 14 cave producono l’80-90% di detriti e solo il 10-20% di blocchi.
Dunque, per la metà esatta delle cave (28+14=42) il materiale trasportato è costituito per lo 0-20% da blocchi e per l’80-100% da detriti: si tratta di 3.153.162 ton, pari al 72,6% di tutti i detriti di Carrara, corrispondenti ad oltre 105.000 camion (sul totale annuo di 175.299 censiti dalla pesa di Torano).
Il prelievo da ravaneti come lavoro preparatorio a future attività estrattive deve essere sospeso
Ovviamente, questa quantità spropositata di detriti non proviene dalla normale attività di cava; una buona parte (per alcune cave l’intera quantità estratta) deriva dall’asportazione di ravaneti situati in cava o nelle immediate adiacenze, effettuata per aprire nuovi fronti di escavazione.
Non si tratta di normale attività estrattiva, ma di lavori preparatori a future attività estrattive e, come tali, da rinviarsi a strada dei marmi realizzata.
Perciò noi riteniamo che da subito si debba iniziare a vietare progressivamente (e completamente entro tre mesi) la maggior parte di questa asportazione e dei relativi 105.000 camion.
I detriti abbattuti per esigenze di sicurezza non sono più un pericolo: la loro rimozione va sospesa!
Un altro punto della sentenza dispone che il Comune «controlli in modo efficace che le autorizzazioni concesse per le esigenze di sicurezza dell’attività d’escavazione (120 viaggi giorno) siano effettivamente utilizzate per tale fine».
Va considerato che in alcune cave, per esigenze di sicurezza, sono state abbattute (anche con esplosivo) intere vette, producendo enormi quantità di detriti la cui asportazione richiede anni.
Va tuttavia precisato che questi detriti, ormai abbattuti, non rappresentano più un pericolo; la loro asportazione non va pertanto inclusa tra le autorizzazioni “per esigenze di sicurezza”!
Ci auguriamo che anche Assindustria e il Comune concordino sulle nostre considerazioni –che traducono in soldoni le disposizioni della sentenza– e che non vogliano mettere in atto strategie di elusione. Naturalmente verificheremo puntualmente cava per cava quali misure sono state adottate.
Carrara, 7 maggio 2008
Legambiente Carrara
Per saperne di più:
Su come il comune ha eluso la disposizione del giudice sulla sospensione dell’asportazione dei ravaneti: