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Inaugurato l’impianto di lavaggio camion. Ma già troppe cose non vanno.

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L’impianto di lavaggio camion nasce male

 

Da ierlaltro, per abbattere le polveri a Carrara, i camion che scendono dalle cave vengono lavati all’impianto di Torano. Dovrebbe essere una buona notizia ma, purtroppo, non è possibile rallegrarsene: troppe cose non vanno.

L’impianto, infatti, sebbene sia dotato di raccolta delle acque di lavaggio, sedimentatore e ricircolo, è veramente mal concepito. Ecco i principali inconvenienti:

  • le abbondanti perdite di acqua e marmettola scorrono sulla strada, interamente ricoperta da una scivolosa fanghiglia biancastra (foto 1); camminarvi a piedi è rischioso;
Foto 1. La strada Torano-Piastra a valle dell’impianto di lavaggio, completamente coperta da fanghiglia di marmettola.
  • il passaggio di auto e camion sulla fanghiglia solleva spruzzi che imbrattano altri automezzi e i passanti;
  • durante il lavaggio, i cassoni si riempiono d’acqua che, in seguito, viene riversata a fiotti sulla strada, ad ogni cambio di pendenza;
  • in questo modo viene bagnata e infangata tutta la strada fino alla Lugnola;
  • la fanghiglia scorre anche lungo la strada che porta al parcheggio di Torano (foto 2) e, da qui, scende verso Carrara anche lungo via Torano;
Foto 2. Dalla strada Torano-Piastra a valle dell’impianto di lavaggio, la fanghiglia di marmettola scorre anche verso il parcheggio di Torano.
  • da più punti, la fanghiglia giunge poi al Carrione, inquinandolo;
  • di notte la fanghiglia ghiaccia, con grave pericolo per il traffico; da qui il quotidiano spargimento di sale, che scorre poi nei terreni sottostrada, rischiando di renderli sterili e di innescarne l’erosione e la franosità.

 

Misure di emergenza

 

È evidente che la progettazione “alla carlona” dell’impianto è il frutto di scelte politiche che non hanno voluto affrontare alla radice il problema di evitare la dispersione della marmettola nell’ambiente, ma si sono limitate a palliativi, nel tentativo di tacitare le proteste dei carraresi costretti a respirare le polveri del traffico pesante.

È altrettanto evidente, tuttavia, che l’impianto non può continuare a funzionare in un modo così barbaro. Che fare allora? Suggeriamo alcuni interventi di emergenza (Foto 3) e alcuni indirizzi di risoluzione radicale del problema.

Foto 3. Un camion in uscita dall’impianto di lavaggio. Lungo le linee in tratteggio giallo dovrebbe essere realizzata una galleria di asciugatura, dotata di fondo grigliato. Lungo la linea in tratteggio bianco dovrebbe essere realizzato un dosso che impedisca alle acque disperse di invadere la sede stradale.
  • al termine della galleria di lavaggio, costruire una galleria di asciugatura, con forti getti d’aria, dotata di griglia di raccolta delle acque di sgocciolamento;
  • far impiegare per il lavaggio e asciugatura almeno 1-2 minuti per camion (adesso transitano in meno di 10 secondi ed escono inzuppati);
  • realizzare un piccolo dosso prima dell’immissione sulla strada, per evitare che le perdire d’acqua finiscano sulla strada;
  • obbligare la copertura di tutti i camion con cassone, per evitare che si riempiano d’acqua, persa poi a fiotti lungo il tragitto;
  • realizzare altre griglie trasversali lungo la strada a valle dell’impianto (quella della foto 1).

 

Misure radicali: cave pulite come uno specchio

 

Ma, come detto, queste sono solo misure d’emergenza. Il problema della dispersione di terre e marmettola nell’ambiente è ben più vasto di quello legato al trasporto e non comporta solo il problema delle polveri da traffico, ma anche quello dell’inquinamento delle sorgenti, già sperimentato centinaia di volte.

Il problema va dunque affrontato a fondo con misure radicali, in primo luogo obbligando le cave a tener pulite tutte le superfici di lavoro (foto 4).

Foto 4. Finché si consentirà che in cava si lavori in questo modo (con le superfici ricoperte da tonnellate di marmettola che con le piogge finiscono nelle nostre sorgenti), non sarà possibile risolvere le conseguenze negative dell’escavazione e del trasporto del marmo.

Vanno poi realizzati uno o più nuovi impianti di lavaggio e asciugatura più funzionali e in posizione più appropriata, senza dimenticare che questo non è un compito del Comune, ma dei trasportatori, i quali perciò, se vogliono continuare a viaggiare, devono pagare di tasca propria la loro costruzione e gestione.

Carrara, 11 gennaio 2006
Legambiente Carrara

 



Per saperne di più:

Sulle inefficienze dell’impianto di lavaggio camion di Torano:

Lavaggio camion di Torano: le nostre proposte per l’impianto della vergogna (20/9/2008)

Le polveri evitabili – 2. L’impianto della vergogna (VIDEO, 25/8/2010) durata: 10’ 51”

Il Comune, pur di non adeguare l’impianto di lavaggio camion, preferisce spendere di più in avvocati (20/1/2011)

Sul nuovo impianto di lavaggio camion di Miseglia bassa:

Impianto pese e lavaggio: tutto da rifare? (21/10/2012)

Il nuovo impianto di lavaggio camion nasce sotto i peggiori auspici (27/2/2010)

I nuovi impianti lavino anche la carrozzeria dei camion (8/11/2008)

 


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