Video della conferenza. La siccità non è frutto delle sole emissioni di gas serra, ma anche della rottura del ciclo dell’acqua provocata dall'impermeabilizzazione del territorio. Le soluzioni prospettate dal governo (dighe, invasi, tubi) sono una scelta suicida. Legambiente espone un approccio alternativo, volto a ripristinare i meccanismi naturali del ciclo dell’acqua: “lavorare con la natura” anziché contro di essa. Una rivoluzione culturale, una sfida alla tecnocrazia imperante.
Il comune opera come una “fabbrica delle alluvioni”, non per ignoranza, ma perché non pone tra le sue priorità il rischio alluvionale. Il manuale mostra gli “errori” idraulici (inconsapevoli) e i “crimini” idraulici (pienamente consapevoli) compiuti o in pieno svolgimento a Carrara. Dai solidi fondamenti scientifici, esposti con linguaggio rigoroso ma semplice, emerge un mare di idee e di proposte concrete: cosa dobbiamo pretendere dal comune per evitare altre alluvioni? Uno strume
A Carrara siamo una voce scomoda; siamo indipendenti, razionali e sognatori. Vuoi anche tu fermare la cementificazione? Difendere il territorio e i beni comuni (acqua, cave)? Lottare per il rispetto della legalità? Sostenere le energie rinnovabili e stili di vita sostenibili? Promuovere la solidarietà e la pace? Fermare le grandi opere inutili e promuovere la green economy, il lavoro, la bellezza? ALLORA SEI PRONTO PER LEGAMBIENTE: ISCRIVITI !
Testo e immagini della conferenza-dibattito nel primo anniversario dell'alluvione del Carrione. Spiegata la formazione dei picchi di piena e i fattori che li accentuano, si mostra come gli interventi abitualmente attuati dal Comune (viabilità montana, gestione cave, canalizzazioni delle acque, ecc.) accentuino il rischio alluvionale. Individuata dunque nel Comune la "fabbrica del rischio alluvionale", vengono indicate le misure da attuare.
Le sabbie dragate dal porto hanno troppo mercurio per usarle a ripascimento? No problem: basta ripulirle con un portentoso "detergente matematico" (si media l'inquinamento da mercurio con quello –più basso– di altri metalli pesanti). Vero genio (criminale)!
Con questo incontro il Coordinamento Apuano lancia il "Manifesto per le Alpi Apuane", una strategia matura e già in cammino per il loro futuro sostenibile.
Gli Atti raccolgono le relazioni, le presentazioni e gli interventi; denunciano l'impatto ambientale, economico, sociale e le illegalità della monocoltura del marmo; propongono alternative concrete.
La marmettola è un problema vecchio, ma ancora di grande attualità.
Per chi volesse saperne di più segnaliamo alcuni documenti fondamentali, a partire dai primi studi che hanno affrontato ed approfondito l'argomento.
27/3/14. Forte richiesta alla Regione di introdurre nelle cave l'obbligo di accorgimenti di protezione delle sorgenti, corredata dai processi inquinanti (marmettola, oli esausti), da precise proposte di misure e supportata da una solida base scientifica e iconografica (un centinaio di foto, tabelle, grafici, carte, bibliografia, ecc.)
25/5/13. L'idea dell'assessore all'ambiente testimonia la cialtroneria che governa la città. L'impianto è inammissibile perché in pieno Parco delle Apuane, in zona SIC e ZPS, con vincolo paesaggistico. È anche irrealizzabile per la viabilità inadeguata e per la ripida pendenza del versante.
11/8/12.
La passata presenza della criminalità organizzata nelle cave è già documentata e il pericolo è tuttora reale. Sindaco e industriali negano, ma la scarsa propensione dell'amministrazione alla legalità è già una condizione favorevole alle infiltrazioni mafiose. Chi ha paura dell'antimafia?
10/3/12. La TAV non è giustificata dalla domanda di trasporto e sottrae risorse alle vere priorità: costringe a tagli sui treni pendolari, a spremere i cittadini con tasse e tagli ai servizi. Non è quindi un problema locale, ma nazionale: permette grossi affari per pochi e colpisce duramente le condizioni di vita di tutti i cittadini. Il governo ascolti la Corte dei Conti e il mondo scientifico.
2012: gli amministratori si impegnano a "mettere in sicurezza" il territorio con argini. Ma siamo sicuri che sia la strada giusta? Il piano strutturale prevede nuova edificazione nelle aree inondabili, dopo la loro messa in sicurezza: è il modo migliore per aumentare il rischio e i danni alluvionali! Serve un'idea sana di sviluppo: interrompere il consumo di suolo e riqualificare il patrimonio edilizio esistente.